Darsena, intervento sbagliato, 2°
Questa foto inizio ‘900 mostra chiaramente che un mercato non c’era, non c’è mai stato |
Qui ribatto alle obiezioni al mio precedente articolo.
D’accordo sul fatto che la Darsena doveva essere recuperata prima possibile alla frequentazione, ma era necessario questo massacro storico, urbanistico e culturale di uno dei monumenti maggiori, tra l’altro unico (un importante, secolare porto fluviale!), di Milano? C’è modo e modo di incoraggiare l’aggregazione, quello prescelto è il classico “struscio”. Niente da dire, ma è stato studiato un altro modus vivendi per un posto così particolare? No. E’ stata coinvolta la città per capire che cosa voleva? No. Nemmeno il consiglio comunale è stato interessato al progetto, il consiglio di zona non ne parliamo. Le università e le scuole? Macché. Tutte le più importanti istituzioni saltate a piedi uniti.
Si è solo indetto un appalto dove gli architetti vincitori hanno proceduto in base alle indicazioni di non si sa chi (probabilmente gli architetti di turno all’ufficio tecnico), al badget di Expo e all’incasso (pende pure un’inchiesta della magistratura). Nemmeno i materiali da usare sono stati oggetto di uno studio, di un criterio, di un dibattito scientifico. Non era necessario il dibattito? E chi l’ha stabilito? Fuori i nomi di chi l’ha deciso.
Non è vero che il mercato c’era da secoli, questo è falsissimo, pura invenzione. Non c’è mai stato prima del 1946 o 47, era stato costruito dopo che il quartiere fu pesantemente bombardato, oggi l’intero quartiere presenta un’enorme scelta commerciale, il nuovo mercato in hight tech verde che addirittura restringe il bacino è una ridondanza stupida. Sarei curioso di sapere chi ha deciso di operare un intervento così incisivo, così strutturale. Il mercato rionale era collocato fuori dalla Darsena, che è area monumentale, non dimentichiamolo mai, vicino all’archeologia industriale più risalente le varie epoche. Non confondiamo la contrattazione mercantile e o commerciale che poteva esserci in zona con il centro commerciale vero e proprio, area coperta e affittata (o venduta); un mercato è una cosa seria, un luogo concreto. Questo oltretutto si è preso uno spazio invadente del tutto fuori misura e contesto, uno schiaffo alla storia del luogo; è stato raddoppiato il mercato rionale precedente, è stata costruita una via che non c’è mai stata: esattamente gli elementi che rendono illeggibile il posto, la riconoscibilità anche rispetto alle fotografie d’epoca, è stata letteralmente spazzata via. Chi l’ha deciso vorrei saperlo.
Questa ristrutturazione non insegna nulla ai cittadini, non educa. E’ diventato l’ennesimo spazio commerciale/isola di struscio, si è ripetuto l’uso distorto già lamentato per le Colonne di San Lorenzo, frequentate da tanta gente che non sa dove si trova. Il ripristino della Darsena non avrebbe meritato una maggiore attenzione culturale, anche nel senso di un recupero filologico-archeologico? Una svolta orgogliosa? Chi ha stabilito, invece, che le fondamenta delle mura spagnole stanno bene invisibili sotto un lastrone di pietre? chi ha deciso per conto dei milanesi che sono inutili e che la gente non le debba vedere? I milanesi debbono sottostare al parere di coloro che nulla apprezzano e capiscono di archeologia?
Per quanto tempo ancora dovremo sopportare questo funzionalismo becero che ha già devastato intere aree della città, dalla copertura dei navigli all’abbattimento di mura e bastioni, cancellando i Corpi santi (le attuali periferie) e la civiltà rurale, tutta classificata “archeologia minore”, che se non sono cattedrali o colonne del Partenone non la vogliano vedere e non ce ne frega nulla? La fretta del restauro ha prodotto un non senso urbanistico.
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