LA CAPITALE DELLE MULTINAZIONALI
– Milano e il suo hinterland industriale sono da sempre una forte attrazione per le multinazionali estere, grazie alla posizione logistica nell’area padana (lo dice il nome: Mediolanum) e a una vasta rete di piccole-medie imprese di supporto. E’ una metropoli dove le grandi e più note multinazionali hanno un peso fondamentale e sono le vere padrone del campo. Qualche problema si pone.
– Fino alla fine degli anni Ottanta era preponderante il settore manifatturiero delle multinazionali (meccanica, chimica e pharma, sopratutto Siemens, Bayer, Ici); negli anni successivi si sono fatti strada con forza i servizi bancari, assicurativi, finanziari, per arrivare a oggi con i giganti delle comunicazioni e di internet, come Google o Microsoft, ma quasi sempre con sede in Lussemburgo, dove pagano pochissime tasse evadendo legalmente quelle che dovrebbero pagare in Italia. Forte l’impoverimento finanziario dello Stato e dell’imprenditoria diffusa, colpita dalla crisi.
– A Milano hanno sede ben 2.925 multinazionali, soprattutto europee e americane, il 30% di tutte quelle attive in Italia. Gli occupati diretti sono oltre 280mila, il giro d’affari nel solo territorio milanese è di 180 miliardi. Coperti tutti i settori di attività: forte il presidio nell’agroalimentare (Nestlé e Lactalis) ma anche nel consumer (Rekit Benkiser, Almirall) e nella tecnologia (Shindler Group). Nell’Hinterland si trovano i colossi Basf, con più sedi sparse, Astrazeneca, Unilever.
– Le scelte urbanistiche e l’intero progetto di Porta Nuova, finanziato con i soldi dell’evasione legalizzata dell’azienda multinazionale americana (+Ligresti) che l’ha costruita, è stato realizzato nella prospettiva d’ospitare le sedi delle multinazionali e fornire loro nelle immediate vicinanze le abitazioni per i quadri dipendenti. Si riscontrano ancora grosse difficoltà a piazzare appartamenti ed edifici, rimasti in buona parte semivuoti, ma Expo stessa è stata concepita essenzialmente per attirare l’attenzione delle multinazionali.
– Che cosa attrae, particolarmente, le multinazionali a Milano? Secondo Assolombarda (Confindustria), il doppio sistema imprese-atenei (soprattutto di stato): la città catalizza un mix di saperi ed esperienze uniche in Italia e nel mondo. Milano è un mix delle specializzazioni in scienza, tecnologia, ingegneria, arti, meccanica, designe e life science, dice Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda. Tuttavia, a fronte di tanta occupazione e di tanto magistrale mix di saperi locali e di finanza internazionali, finora non ha prodotto assolutamente nulla, nessun investimento nella ricerca, nessuna innovazione, eccetto un’intensa speculazione edilizia e una sorta di grossa bolla immobiliare, di “massa critica” del cemento rimasta invenduta, vuota e inattiva.
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