L’unico dei candidati, ufficiali o ufficiosi pervenuti finora, fra Sala, Maiorino, Balzani, Passera, Bedori e mettiamoci pure Sallusti, che abbia un’idea di che cosa siano le periferie è Patrizia Bedori, non per altro, è consigliere di zona 3 (Porta Venezia, Città Studi, Lambrate), quindi sicuramente un’idea ce l’ha. Gli altri non sanno di che cosa parlano quando si dice periferie, pensano che siano semplicemente le zone più esterne e marginali, anche per importanza. Non sanno NULLA della loro storia secolare, della loro fisionomia strutturale (come accennato nella cartina qui sotto), non sospettano, per esempio, che ci vive un terzo della popolazione e che sarebbe intelligente occuparsene, se non altro da un punto di vista elettorale.
Per la verità non lo sa nemmeno il comune di Milano, se andate sul sito delle zone del decentramento amministrativo cliccando qui sopra http://comune.milano.it/wps/portal/ist/it/amministrazione/governo/consigli_zona vedrete che le pagine sono di un’aridità pazzesca, non solo non c’è il minimo accenno alla loro composizione storico-urbanistica, su che cosa sia interessante visitare, percorribile in bicicletta da soli o in gruppo, cosa ci sia da salvare o programmare, quali progetti, quali futuro si prevede, ma non è nemmeno indicato di quali assi e quartieri siano composte. Niente, l’ignoranza più becera. Tabula rasa. Pisapia e i suoi assessori per cinque anni hanno governato senza sapere poco o nulla delle periferie, dei suoi grandi polmoni, del parco sud, dei borghi antichi, eccetto i poco ascoltati collaboratori, qualcuno dei quali conosco abbastanza bene e so che sono sconfortati. Per carità, delle periferie non ne sapevano nulla né Formentini, né Albertini, né tanto meno la Moratti: lavoravano tutti per riempire Milano di grattacieli vuoti, poi comprati dal sultano del Qatar perché i capitali internazionali che girano sono quelli che sono, anche se va detto che almeno con loro le periferie erano pulite, oggi sono un autentico letamaio, non è un eufemismo. Per una giunta di sinistra è particolarmente grave, cinque anni sprecati.
Peccato, da uno studio delle periferie e da una progettazione ad hoc la città ne trarrebbe un grande giovamento, il VERO giovamento. Perché si dà il caso che le aree più belle e interessanti sono là.
La nostra Azienda A.Salvi&C SPA è in Bovisa in via Cosenz 32 dal 1942. Oggi,mio nonno fondatore della Società nel 1920 non riconoscerebbe il quartiere […]
Il pittore è un caravaggesco francese, incredibilmente anonimo, cresciuto presumibilmente nella cerchia di Nicolas Régnier, il quadro appartiene alla Collezione Croff-Guelpa del Museo Civico di
segnalo sul tema riforma del decentramento ed il territorio della città:
http://files.meetup.com/206004/municipalita%20Milano.pdf
ciao
livio