ROSERIO / Quella stupida chiesetta che non vuole cadere
É l’ultimissima traccia archeologica di un borgo antico. Non rimane che il rudere di una chiesa tardoneoclassica, sopravvissuto alla tabula rasa di questo comune rurale. A Roserio non è nemmeno dedicata la piazza antistante. Anzi, non è nemmeno riconosciuta come tale…
Una stupida chiesetta di metà Ottocento, l’unico edificio rimasto di un borgo andato completamente distrutto dall’edilizia targata Novecento, è lì ferma, tutta diroccata che non vuole decidersi a crollare. Tutti la odiano, Comune, Zona 8, proprietà, chiesa, la gente ignorante, ma non c’è nulla da fare, il rudere è ancora in piedi, non ne vuole sapere di venir giù.
Come mostrano le foto qui sotto, il Comune ha già provveduto a coprirne la vista autorizzando l’inserimento di ben tre giganteschi tabelloni pubblicitari, mentre il proprietario dell’area su cui sorge ha completato l’opera coprendo con un telo il cancello d’ingresso, in modo che non possa essere vista neppure da lì. E’ la sola testimonianza, ma ormai sarebbe meglio dire reliquia, che sia rimasta di un antico comune rurale chiamato Roserio, assorbito da Musocco nel 1869 e da Milano poi.
non le riconoscono nessuna dignità
Quest’ultima ne ha cancellato ogni traccia, ogni casa, tutto, non c’è nemmeno una via o una piazza intitolata per ricordarlo. Eppure, la chiesa è di pregevole stile tardo neoclassico, preceduta da un maestoso pronao retto da quattro pilastri bugnati. Non è che i dintorni abbondino di monumenti storici, anzi, diremmo che proprio non ce ne sono per un raggio di almeno una decina di chilometri, spaziando fra Milano e la vicina Baranzate. Villa Scheibler è dopo il groviglio di svincoli che caratterizza l’area, come se fosse lontana.
La chiesetta, dedicata a San Giorgio, sorge su quella che potrebbe essere una piazza, di aspetto circolare, davanti all’ingresso di uno dei maggiori ospedali regionali, il “Luigi Sacco”, specializzato in malattie infettive. Ma piuttosto che farne un luogo degno e magari chiamarlo piazza Roserio, si è preferito darle il nome di una via qualunque. Per cui in toponomastica quella che potrebbe essere un grazioso slargo periferico, è invece semplicemente uno slargo di via G. B. Grassi, dove fa capolinea il tram numero 19. E pensare che a pochi metri sorge l’Expo, con tutti i soldi che sono piovuti una sistematina al tetto e al sito (trasformato in parcheggio a pagamento), potevano anche darla, invece niente. Quello che un tempo doveva essere un campo di rose, resta invece una piazza totalmente degradata e senza nome. Una fotografia veramente triste della città.
ROSERIO, LA CHIESA DI SAN GIORGIO NELLA PIAZZA SENZA NOME (cliccare sulla foto per ingrandire)
There are no comments
Add yours