Borghi da salvare: I TRE RONCHETTI (1)
“Ronchetto” già dal Medioevo indicava un luogo disboscato a fini agricoli; lo strumento usato erano le roncole, sorta di macete impiegato per ripulire i rami, in specie della vite. La roncola è un attrezzo da lavoro importantissimo, la sua effige si trova anche in araldica, spesso associata al disegno di uno o più grappoli d’uva negli stemmi dei possidenti aristocratici e in qualche gonfalone cittadino.
Oggi non si coltiva più la vite, ma nell’antico comune di Gratosoglio, di ronchetti ce n’erano tre, non lontani l’uno dall’altro; la zona fu chiamata Tre Ronchetti, suddivisi in Ronchettino, Ronchettone e Ronchetto delle Rane. Quest’ultimo è un illustre borgo rurale di antica data e, sebbene circa la metà delle abitazioni d’epoca siano chiuse, ancora ben conservato. Purtroppo non c’è attività economica, nemmeno una trattoria che possa attrarre i milanesi e al tempo stesso tenere desta l’attenzione verso questa porzione di PArco Sud. La decadenza degli edifici di un tempo è palese, un po’ ovunque si vedono portoni sbarrati e finestre chiuse. Tuttavia non è un borgo deserto, la fuga degli abitanti, chiamati ronchettini, si è fermata. Oggi, questi ultimi sono 332, così tanti solo grazie alle nuove costruzioni abitative sorte nella parte contemporanea del borgo, alcune delle quali, bisogna dire, ben progettate, come in via Pescara 44, adeguate allo stile rurale proprio del luogo, tanto da poter essere citate come esempio di inserimento nel paesaggio classico nostrano. Altre però, quelle più distanti, la Ronchetto delle Rane moderna, chiamiamola così, hanno un aspetto più pesante, segnano una totale rottura col passato, forse appositamente ricercata dai progettisti. L’area è costituita principalmente da campi estesi e altamente ciclabili del Parco Sud, ma con un po’ d’attenzione. Il borgo è attraversato ai margini da un paio grosse rogge, in una delle quali regnano sovrane e indisturbate le nutrie, osservabili a vista; il luogo potrebbe chiamarsi Ronchetto delle nutrie, non è molto piacevole da vedere, non tanto per le bestiole, ma per la roggia mai ripulita. A una delle rogge vicino alle abitazioni moderne è stata tolta l’acqua perché le prolifiche bestiole, non simpatiche a tutti, avevano iniziato a scavare le loro tane proprio lì.
Chi è appassionato di cose religiose deve sapere che la chiesetta parrocchiale è dedicata niente popodimenoche ai santi Pietro e Paolo. Alle due maggiori figure della cristianità è stato dedicato questo piccolo edificio di culto voluto dal cardinale-santo Carlo Borromeo, ricco di documenti d’arte sugli sviluppi della cultura lombarda dal XVI al XIX secolo. L’abside contiene un ciclo di affreschi illustranti la vita del primo papa della storia, mentre la controfacciata (il retro della facciata) ha un organo datato XVIII secolo, recentemente restaurato grazie all’Aem di Milano.
A un tiro di schioppo, al di là dei campi, si possono vedere le poche case del Ronchettone che affiancano una grande cascina tipica lombarda a corte quadrata chiusa, mente il Ronchettino è al di là di via dei Missagia, accanto al capolinea del tram. I tre Ronchetti sono fondamentali per il recupero di un quartiere problematico come il Gratosoglio, non può esservi bonifica ambienatle seria senza prendere in considerazione il loro stato. Di questo argomento e del Ronchettino parleremo in un prossimo articolo.
Scrive Marisa Vanetti
Carissimo Roberto, abito a Ronchetto, l’articolo mi è piaciuto e le foto bellissime.
Vorrei segnalarle un altro luogo di Milano: la Fornace Curti. Sulla fornace qualche articolo è stato fatto ma, secondo il mio parere, non è stata colta l’essenza artistica del posto. Ci sono tanti studi di artisti, anch’io sono una di loro, ci sarà l’apertura annuale al pubblico il terzo weekend di maggio. Venga a fare una visita.
La conoscerò con piacere
Marisa Vanetti
Segnalo che da qualche settimana a Ronchetto c’è un’attività economica!
Ristoro delle rane – Vineria Sociale
Ranokkio – Ludoteca Pedagogica
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