PERIFERIE , IL FASCINO DEGLI ANTICHI BORGHI

Luoghi preziosi, ma poco considerati.

20151213_091145

Il libro di Tammaro e Visigalli sui borghi delle nostre periferie

Avrete sentito nominare toponimi quali Affori, Lorenteggio, Crescenzago, Turro, Gorla, Precotto, Niguarda e tanti altri della periferia? Più che “quartieri” di Milano, essi sono stati veri e propri Comuni con i loro borghi e sobborghi.  La loro presenza storica e durata nei secoli prevale nettamente per importanza (per non parlare dell’estetica) rispetto ai nuovi rioni residenziali costruiti intorno. Nell’arco di uno o due secoli, case popolari o scintillanti grattacieli non esisteranno più. Il cemento non dura più a lungo. Sparsi per le periferie milanesi, invece, abbiamo ancora edifici e borghi risalenti a mille, ottocento, seicento, insomma a parecchi secoli addietro. Se le amministrazioni non comprendono, come avviene tuttora, che debbono essere assolutamente salvati,  si può essere certi che non si sta agendo per l’interesse della collettività.

Un libro sulla “piccola storia” di Milano

Ora, finalmente, è uscito un libro sui tanto maltrattati borghi milanesi, quelli che l’architettura razionalista  considerava e considera nullità da abbattere. Si fa fatica a comprendere  che la città e soprattutto le metropoli, hanno un fondamentale bisogno di un civile mix fra componenti storiche e contemporanee.  “Antichi borghi della periferia milanese” è quasi una guida, a disposizione di tutti: grandi e piccoli, cittadini e scuole. Può essere considerato un vademecum a disposizione del turismo interno, sebbene spesso conduca a situazioni d’incivile degrado, quantunque potenzialmente pittoresche. Ne sono autori Riccardo Tammaro, presidente della Fondazione Milano Policroma, da oltre 30 anni studioso dei borghi milanesi  e Roberto Visigalli, curatore della parte fotografica.

Luoghi che conservano ancora un paesaggio

É bene sapere che ci sono angoli a Milano somiglianti ai quadri di Angelo Inganni e altri pittori paesaggisti del XIX secolo. Questi sopravvivono giustappunto nelle zone delle periferie, magari maltrattati da cattivi restauri, ma spesso integri. Se ci sono ancora vedute caratteristiche o “cannocchiali” paragonabili ai tanto decantati navigli, queste sono nelle periferie. Esso sono le uniche realtà urbane in grado di offrire un paesaggio vario e verdeggiante, in luogo di questa informe massa di cemento che è diventata Milano appena fuori dal centro storico.  Senza contare che anche quest’ultimo,  con l’abbattimento delle mura spagnole e la copertura dei navigli (la città ammirata da Stendhal!) ha subito gravissimi danni, ben peggiori dei bombardamenti dell’ultimo conflitto. Danni che pure sono stati rilevanti. Il male peggiore, i milanesi l’hanno compiuto contro se stessi. Come? Annullando quella che era considerata una delle più importanti città d’arte del Bel Paese. Divorando, in modo irrimediabile , per pura speculazione edilizia,  una delle principali  fonti di ricchezza, inesauribile, l’industria del turismo.

Scarso appoggio dell’architettura contemporanea

L’architettura razionalista ha male interpretando i suoi maggiori teorici. Ha invece bene interpretato, volente o nolente, le spinte di una forsennata speculazione edilizia.  Quest’ultima, è stata a sua volta favorita a sua volta dalle formidabili immigrazioni del boom economico a cavallo degli anni ‘50 e ’60. Non solo non ha saputo o voluto integrare le esigenze culturali, storiche ed estetiche della città moderna, ma ha raso al suolo il tessuto preesistente abbattendo centinaia di unità abitative costituite da cascine e ville secolari, quando non millenarie. Ed erano quasi tutte in buone condizioni perché ampiamente abitate.  Sfrattati gli abitanti, si è preferito distruggere o lasciare decadere, causare un generale degrado. Tale da spingere la popolazione a reclamare o a rimanere indifferenti di fronte al loro definitivo abbattimento. Questa “prassi” è chiaramente criminalità urbanistica.

Un Comune speciale: i Corpi Santi

In questo video (https://youtu.be/w02A6u9wo_s) Tammaro spiega che la parte più massacrata dalle distruzioni si riferisce al comune dei Corpi Santi. Quest’ultimo aveva una strana forma geografica, simile a una ciambella, dove nel buco c’è Milano entro i Bastioni. I Corpi Santi erano i territori che circondavano Milano e costituivano un comune unico. Come dire che già allora l’Hinterland aveva una sua apposita amministrazione, pensata dal mai sufficientemente lodato governo austriaco. Oggi questo comune così speciale è l’area di città che va dal centro storico a oltre la circonvallazione della filovia 90-91, per intendersi. La cinta dei Corpi Santi era seguita a sua volta da un terzo e ultimo circondario che

Trenno chiesa da lontano

Il borgo di Trenno, già Comune del circondario milanese

s’identifica con i 12 comuni assorbiti da Milano nel 1923. Esse costituiscono le odierne zone  delle periferie di Milano. Questi 12 comuni avevano a loro volta assorbito nel corso del XVIII secolo altre decine di comuni, come per esempio San Siro, Lorenteggio e Barona. Tutti toponimi che conosciamo bene. Ora, mentre i Corpi Santi  e altre zone come il Lorenteggio hanno subito il grosso del massacro edilizio (si sono salvati in pratica solo il Ticinese/Navigli e pochi altri monumenti),  nella periferia è rimasto ancora parecchio. Specialmente nel sud, dove interi borghi si presentano intatti, sebbene spesso in abbandono e degrado.   E’ forse la parte più bella e affascinante della città, che ancora conserva un paesaggio storico-naturale. Se solo l’amministrazione studiasse un modo per valorizzarla…

La mappa antica delle “tre cerchie”

Ecco quindi l’utilità di questo Antichi borghi della periferia milanese. Il costo: 15 Euro, alla fine del video c’è l’elenco dei posti dove lo si può comprare. Senza questo libro, non sapremmo nulla del nostro passato e non capiremmo che cosa ci circonda. Qui sotto le tre “cerchie” che storicamente compongono, Milano. Notare la forma “a ciambella” dei Corpi Santi. Era uno strano comune che riuniva l’intero circondario della città, poi da questa assorbito ancora nel XIX secolo. La cerchia più esterna è composta dai 13 comuni “presi” da Milano nel primo quarto di secolo.  Ognuno di questi comprende a sua volta ex comuni, borghi e sobborghi (nuclei rurali e cascinali, castelli, ville signorili, chiese, oratori). Sono una settantina in tutto. Gorla e Turro non risultano menzionati dalla cartina,  ma il primo (segnalato con i puntini) si trova sotto Crescenzago e Precotto, con cui nel 1920 formò il comune di Gorla-Precotto.  Turro (segnalato con i +) è individuabile sotto Greco.  Lorenteggio e Ronchetto sono acquisizioni da altri due comuni (Corsico e Buccinasco).  

MILANO MAPPA

Testo e videointervista di Roberto Schena – A cura di Esplorazione urbana n. 80




There are no comments

Add yours