Videopasseggiata a Ronchetto delle Rane

Un posto unico della Milano com’era.

Una zona di fatto monumentale che mostra Milano com’era. Di questo habitat particolare è rimasto solo questo angolo. Dei Tre Ronchetti abbiamo già scritto molte cose, in particolare qui.  Anche di Ronchetto delle Rane, che è il più importante dei tre borghi, abbiamo scritto diffusamente qui. In questa, che invece potremmo definire una “videopasseggiata” di meno di tre minuti, scorrono in sintesi visiva importanti elementi. Tali da rendere Ronchetto delle Rane un borgo unico e a suo modo spettacolare. Qui, infatti, è ancora possibile vedere un villaggio rurale del Milanese. L’unico che sia rimasto dei tanti. E’ ancora completamente circondato dai canali, un vero e proprio museo all’aperto. Tra l’altro, nei giorni della nostra visita,  l’acqua dei canali era ghiacciata.

Purtroppo, il giorno in cui abbiamo realizzato la visita la chiesa era chiusa. Non abbiamo potuto vedere l’interno. Né quindi possiamo mostrarvelo, un peccato perché contiene l’organo più antico di Milano, risale addirittura al 1748. Il tempietto, del XVI secolo, è dedicato a Pietro e Paolo, viene da sorridere nel pensare alle cattedrali che altrove hanno loro dedicato. Qui a Milano per loro c’è soltanto questa chiesetta in mezzo a una campagna rimasta miracolosamente intatta. Anche lo stile delle nuove abitazioni ha cercato di rispettare, avvenimento alquanto raro, la tipologia del posto, non sempre con risultati soddisfacenti, però.

Va tuttavia con forza sottolineata la totale insipienza topografica con cui il Comune ha voluto chiamare queste strade: la via principale del borgo, invece di chiamarsi via Ronchetto delle Rane, nome che colpevolmente non esiste nell’elenco delle vie del posto, né in nessun’altra località cittadina, come non esiste una via Tre Ronchetti, è stata chiamata via Pescara, mentre l’altra via principale del borgo è via Manduria.  Quale significato abbia questo grottesco abbandono dell’autentico lo lascio immaginare.

Il video è stato realizzato con la collaborazione di Francesco Facchini.

 

 

 




There are no comments

Add yours