La città senza alberi

Milano con troppo pochi alberi, anche per questo crepa di caldo

La “rete ecologica” è scarsa. 

Centinaia di vie milanesi, in estate, accumulano calore insopportabile, aumentando la temperatura complessiva.

Via Console Marcello, la desolazione

Via Console Marcello, la desolazione

Sono le centinaia di vie, viali e piazze da sempre senza alberi. Qui la temperatura estiva, a causa del riverbero del calore solare, sale regolarmente verso i 45-55 gradi e oltre. Succede perché non ci sono alberi a creare ombra e ad attenuare. Così si surriscaldano interi quartieri. 
Grazie all’evapotraspirazione, gli alberi sono capaci di contenere l’aumento delle temperature nelle stagioni estive. Se non ci sono, si può stare sicuri che si creperà dal caldo. Solo gli alberi riescono a mitigare gli effetti negativi sul clima. Danni all’agricoltura e all’ecosistema sono sotto gli occhi di tutti. L’estate, l’ex “bella stagione”, ormai è molto più temuta dell’inverno con i suoi celebri rigori. Soprattutto in città. Possibile che un Comune come Milano non riesca a varare misure concrete e durature? Da Comune esemplare? A volte, la piantumazione c’è ma insufficiente. Oppure c’è solo una lunga siepe, o fili d’erba nei parterre, senza nulla. Succede anche nei viali più larghi. Molto spesso si sono sistemati parcheggi ritagliati dai marciapiedi, senza però pensare a inserire preziosissimi alberi.

La massa arborea è una infrastruttura indispensabile!

Via Famagosta, alberazione insufficiente

Via Famagosta, alberazione insufficiente

Eppure non ci vuole molto a capire che occorre piantare alberi in ogni via, in ogni angolo libero, perché solo raddoppiando il patrimonio arboreo e l’ombra ad esso legata si contribuisce a diminuire un po’ la temperatura, non c’è altra strada. Che occorre un programma di sfoltimento di edifici nelle zone più densamente costruite e farne dei polmoni urbani. Che vanno salvaguardate le zone rimaste agricole di Milano, ben il 23% del territorio, con i molti borghi medievali ancora annessi, quasi tutti in rovina, invece di continuare a sacrificarle all’edilizia e farne discariche abusive.

Come scrive Francesco Escalona il verde, il numero degli alberi, la massa arborea urbana, la rete ecologica, sono ormai vere e proprie infrastrutture primarie per la città e vanno pensati tecnicamente, scientificamente come si fa con la rete idrica, con la rete fognaria e con la rete elettrica. L’acero e il tiglio, per esempio, sono perfetti per l’ombra e per la frescura naturale in città. Ma ce ne sono pochissimi. Il bagolaro, il platano e il frassino sono gli alberi migliori in funzione antismog. I suggerimenti sono totalmente ignorati. 

L’ultimo progetto sbandierato dalla giunta risale al novembre del 2016, con l’annunciata messa a dimora di 10mila alberi (che nessuno per la verità ha notato), una quantità assolutamente risibile rispetto al fabbisogno reale. Invece vediamo varare iniziative del tutto fuori luogo e sommamente stolte, come la costosissima apertura del navigli a beneficio (ammesso che lo sia) della movida nel centro storico, o la continua costruzione di edifici in aree oggi libere, come gli scali ferroviari e le ex caserme. Sala si sta rivelando, a un anno dall’elezione, un pessimo sindaco, una vera jattura per Milano. 
Sotto: alcuni esempi di vie surriscaldare d’estate. 
Via Amoretti, Quarto Oggiaro

Via Amoretti, Quarto Oggiaro

Via Tertulliano

Via Tertulliano

Via Carlo Espinasse

Via Carlo Espinasse, ogni tanto un po’ di verde privato, ma non basta per nulla

Via Accademia ang. Ampere

Via Accademia ang. Ampere

Via Giambellino, è l'unica che prevede l'inserimento di alberi

Via Giambellino, è l’unica che prevede l’inserimento di alberi

Via Voltri, alla Barona

Via Voltri, alla Barona

Via Santa Rita da Cascia, la Barona non ha vie alberate

Via Santa Rita da Cascia, la Barona non ha vie alberate

Via Famagosta, alberazione insufficiente

Via Famagosta, alberazione insufficiente




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