Scempi nella Milano neoclassica. Ora tocca a Porta Genova
Ma esiste un Soprintendente a Milano?
Antonella Ranaldi, batta un colpo se è in ufficio. Pare di no, il Soprintendente non si cura della città o guarda da un’altra parte. I costruttori realizzano ogni genere di scempio sulla città e niente, chi dovrebbe non ha nulla da dire. L’ultimo scempio tocca Porta Genova. In via De Amicis 31 è stato demolito un palazzo di inizio 800, costruito quando ancora davanti scorreva il naviglio interno.
Rimaneggiato un paio di volte nel corso del XIX secolo, in quattro e quattr’otto la proprietà ha ottenuto il permesso alla demolizione di un palazzo d’epoca neoclassica. E ha ottenuto la possibilità di costruirne uno nuovo con maggiori volumetrie, un intero piano in più. Pura speculazione. Il Municipio 1? Ha approvato senza colpo ferire.
Da anni si sta verificando un pesante scempio ai danni della Milano neoclassica. Nessuno degli organi competenti, che dovrebbe salvarla, ha qualcosa da dire. Complimenti. Porta Nuova è invasa da bellissimi grattacieli che piacciono moltissimo ai milanesi. Peccato non si rendano conto di avere perduto il paesaggio urbano tipico sottostante, come mostra la foto sopra. Porta Nuova, del 1810, era uno degli angoli più suggestivi della Milano neoclassica. Per Porta Volta l’edificio in vetrocemento della Feltrinelli sembra anche qui concepito apposta per schiaffeggiare uno degli angoli più belli della vecchia Milano. Forse era ancora una prospettiva pittoresca. Almeno fino a qualche anno fa lo era. Se in altri contesti si sarebbe potuto apprezzare la costruzione della casa editrice, collocata in questo contesto è in insulto sfacciato alla città. A Porta Garibaldi è avvenuto lo stesso. La piazza, del 1826, è “traforata” da grattacieli spuntanti da tutte le parti.
Anche i cittadini sono distratti
Fossero dei capolavori dell’architettura contemporanea, lo sfregio sarebbe attenuato. Macché sono banali costruzioni in vetrocemento. Ma se i grattacieli invadono preziosi e irripetibili scorci d’epoca, con via De Amicis si è lasciato che fosse distrutto un altro angolo della Milano inizio 800. E stavolta non è solo colpa della Soprintendenza che non vede. Ci si mettono anche i cittadini con la loro indifferenza e sempre più spesso addirittura ad applaudire. E’ uno spettacolo di ignoranza e volgarità che investe un’intera città, si sta distruggendo quello che resta di un paesaggio d’epoca. Peraltro già gravemente offeso in passato. Tra demolizioni in serie, bombardamenti, restauri posticci, il suo patrimonio culturale se ne sta andando in fumo.
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