Cassina Anna, l’appello dei professionisti per un capolavoro
L’ultima eredità dei Visconti
Le “cassine” non sono da confondere con le “cascine”. Sono attinenti ma l’una è la casa colonica vera e propria, cioé l’edificio che dava casa ai contadini. L’altra comprende sia le cassine che la parte destinata ad animali, fieno, botteghe. Una cascina, in genere, aveva una sua cassina. Ma le cassine potevano non avere le cascine o, come in questo caso, solo il fienile. Vale soprattutto per l’architettura rurale di fine XIX e del XX secolo, quando si inizia a costruire solo case coloniche con, al massimo un fienile e qualche stalla per i bovini. E’ il caso di Cassina Anna, a Bruzzano (via Sant’Arnaldo), quella costruzione lunga e bianca che molti milanesi vedono passando per via Vincenzo da Seregno.
Costruita nell’anno di “Falstaff” alla Scala
Cassina Anna è forse la più importante cassina di Milano, se non del Milanese o della Lombardia addirittura. Fu fatta erigere per i suoi contadini nel 1893 dalla famiglia Visconti di Modrone, discendente dai duchi di Milano, una delle più ricche del Paese. Ne fa parte uno dei maggiori autori del cinema mondiale, il regista Luchino Visconti (1906-1976). Proprio qui in gioventù sembra abbia realizzato alcuni filmati, purtroppo andati dispersi. Inutile dire che si trattava di abitazioni all’avanguardia, mai concepite prima. Il 1893 era anche l’anno della prima verdiana di Falstaff alla Scala e sappiamo quanto sia intervenuto con fondi personali Guido Visconti di Modrone (1838-1902) a salvarla dalla chiusura. Il Comune, infatti, nel 1897 aveva deciso di revocare i propri, di fondi.
Nuovi restauri necessari
Una scelta drammatica, dettata dalla necessità di far fronte ai notevoli problemi economici e sociali della città. Di lì a un anno, avrebbero portato alle cannonate del generale Bava Beccaris contro manifestanti inermi. Oltre tren’anni fa, venuto il Comune in possesso dell’immobile, fu avviata una profonda ristrutturazione.
Bruzzano allora beneficiò di un centro culturale coi controfiocchi. Sorsero così la vasta biblioteca, fornitissima, e vari servizi sociali. Come è spiegato bene nel video dai vari professionisti che hanno studiato e realizzato il progetto già allora, l’immobile ormai soffre d’invecchiamento. Molti degli accorgimenti tecnici oggi prescritti, negli anni 80 non esistevano. Per cui abbiamo un forte consumo energetico d’inverno e nessun sistema di condizionamento dell’aria in estate. Ai lati di Cassina Anna, dove un tempo trovavano posto i fienili, gli edifici sono abbandonati a se stessi, quando, se opportunamente restaurati, potrebbero raddoppiare gli spazi a disposizione. Spetta ora ai politici raccogliere l’indicazione.
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