Il Lazzaretto di Milano

Il Lazzaretto dei Promessi Sposi: borgo per malati e poveri

Nel 1880, due anni prima della demolizione, la struttura era fatiscente ma ancora integra

Uno spazio enorme

Un borgo intero per gli ammalati di peste e poi per i poveri. Del Lazzaretto per gli appestati ne parla a lungo Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. E’ il monumento principale del romanzo. Oggi non c’è più fu demolito nel 1882. Perché? Com’era fatto?

Costruito nel XV secolo a Porta Venezia, si estendeva su uno spazio enorme. In un certo senso può essere definito il primo ospedale moderno. Vasto circa 14 ettari (378 metri x 370), oggi entro il suo recinto ci starebbero comodamente 5 o 6 stadi come quello di San Siro. Aveva 200 stanze ognuna con un camino e una latrina che scaricava direttamente nel fossato  circondante la struttura (nelle foto dell’800 non si vede, era già stato coperto). Una finestra dava sull’esterno, un’altra sull’interno, quest’ultimo interamente marcato da un porticato. Un lato della struttura era riservata al personale.

Cartolina. Il Lazzaretto in demolizione

demolizione inopportuna


In mezzo c’era la cappella, senza mura, sorretta solo da colonne, per consentire agli ammalati di non ammassarsi all’interno. Le mura della chiesa, che non è stata abbattuta (si trova in via LAzzaro Palazzi), furono erette in epoca più tarda, quando ormai il Lazzaretto non serviva più allo scopo. La struttura, gestita dall’Ospedale Maggiore, cadde in degrado e nel 1882 iniziò la demolizione. Nel frattempo era servita anche come ricovero per la povera gente. Per la peste fu utilizzata tre volte: nell’epidemia dl 1524, del 1576 e del 1629, ben maggiore delle altre, mietè circa 50mila vittime. Divenne edificio a uso militare, poi abitazione civile. Nel 1861 fu fatto passare nel bel mezzo il viadotto arcato della ferrovia, la foto del 1880 mostra in lontananza sulla destra la vecchia stazione centrale.  Durante gli ultimi anni trovarono riparo le famiglie più povere e bisognose di assistenza. 

Il Lazzaretto in un dipinto del 1630, anno della peste “manzoniana”. Le tende in mezzo fanno fronte ai numerosi contagiati

Dalle vecchie stampe si vede che lo spiazzo interno era in parte coltivato a orto.  Il 28 aprile 1881 il complesso venne acquistato all’asta dalla Banca di Credito Italiano per 1.803.690 lire e lottizzato dal Piano Beruto per l’edificazione di nuovi edifici popolari ancora oggi presenti.
Un peccato la sua demolizione, oggi il Lazzaretto sarebbe fonte di ricchezza per la città, non fosse che per la curiosità di vedere l’ambientazione del maggiore monumento manzoniano. La scelta sciagurata di inquadra nel perido delle grandi demolizioni: mura spagnole, navigli coperti, borghi abbattuti.

Festa della Federazione della Repubblica Cisalpina, 9 luglio 1797

Il Lazzaretto nel 1797. Con l’amministrazione napoleonica la chiesa fu trsformata in Altare della patria. In mezzo la statua della Libertà

 

 

Quando era abitato dai poveri. Notare i capitelli e le decorazioni

 




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