Borghi del Parco Forlanini

Un complesso di borghi e cascine nel Parco Forlanini

Riccardo Tammaro

di Riccardo Tammaro (*)

Il Forlanini è il parco urbano che contiene il maggior numero di nuclei storici in città, se ne contano fino a 11. Alcuni in buone condizioni, altri in pessime. In ogni caso, non è solo un gande continitore di verde, ma anche di percorsi rurali antichi. Ce ne parla uno dei maggiori storici dei borghi milanesi

Doveva essere quattro volte più grande

Parco Forlanini, un angolo

Alla periferia est di Milano si trova il Parco Forlanini. Fu realizzato negli anni 1967-70 su progetto degli architetti Mercandino e Beretta, con l’idea di creare un grande spazio verde per l’utilizzo sportivo e ricreativo. Inizialmente avrebbe infatti dovuto coprire un’area di circa 2.500.000 mq e contenere anche piscine e campi da hockey, ma la realizzazione dell’aeroporto di Linate ne ridusse le dimensioni a 750.000 metri quadrati.

Il Parco, a pianta irregolare, è formato da vasti prati, circondati da filari di alberi e da numerosi viali e vialetti. Nella zona di nord-est ospita il Laghetto Salesina, alimentato sia da acque di falda, sia meteoriche, che grazie all’abbondante vegetazione di tipo latifoglia delle sue sponde, rappresenta un ottimo habitat per pesci e uccelli acquatici. Tra le presenze arboree si possono citare abete rosso, acero, betulla, pioppo nero, pino, platano, quercia rossa e palustre, liquidambar, bagolaro, liriodendro, ontano, ailanto (1).

Il Parco è stato un Comune fino al 1841

Il Parco ha però anche una certa rilevanza storica e architettonica, dato che include al suo interno numerosi edifici rurali (2), che storicamente fanno parte del borgo di Casa Nova; fino al 1841 era un comune autonomo, confinava con San Gregorio Vecchio, Redecesio (nord), Novegro (est), Linate e i Corpi Santi (sud) e Lambrate (ovest). Ai giorni nostri conta numerose cascine, alcune mal in essere, altre in buone condizioni.

Cascina Casanova

Iniziamo dunque proprio dalla Cascina Casanova, che dva il nome al borgo. Si trova a cavallo della via Taverna ed era già presente nella mappa cinquecentesca della Pieve di Segrate, in cui compariva come un nucleo rurale fortificato. Era presente nella carta del Claricio del 1600 e nel catasto teresiano, dove su un lungo edificio porticato si erano inseriti ortogonalmente due edifici di diversa lunghezza, e l’area occupata dalla cascina era delimitata su tre lati da una roggia. Nel XIX secolo vennero aggiunti altri corpi di fabbrica e questo aspetto ottocentesco è quello che si è conservato fino ai giorni nostri: alcuni edifici d’abitazione (tra cui uno dei corpi più antichi) e la stalla porticata su due lati, purtroppo in cattive condizioni.

Poco distante, al civico 85 della via, si trova la Cascina Taverna; essa era formata da due fabbricati, l’uno a pianta a L, l’altro a pianta lineare, giustapposti in modo da formare uno spazio delimitato su tre lati: l’edificio a L conteneva le abitazioni, disposte su due piani, mentre l’altro ospitava una grande stalla con porticato verso l’aia. Entrambi sono oggi alquanto degradati.

Cascina Taverna

Più a sud-ovest, appena al di là del Lambro, sorge il Mulino Codòvero, già presente sulla carta del Claricio del 1600, e citato in un documento datato 1650. Costruito a cavallo della roggia Molinara (ora soppressa in questo tratto), l’organismo architettonico presentava l’impianto tipico del mulino: due corpi di fabbrica, per un tratto paralleli alla roggia, e divergenti in corrispondenza del bacino a fronte del piccolo salto dell’acqua. Inoltre, dato che la roggia in quel punto formava un isolotto, le pale erano poste a cavallo di entrambe le diramazioni. In seguito venne demolita la parte orientale del mulino, e attualmente ospita il canile municipale.

Importante patrimonio storico-rurale

Cascina Salesina ristrutturata, notte. Dimostra come simili restauri (se ben fatti come questi) restituiscano alla città i suoi angoli più belli 

Poco a sud, lungo la via omonima, si trova la cascina Salesina (il cui nome deriverebbe dal “salice”), di proprietà privata, che era utilizzata per attività agricole e come residenza del contadino. Essa consiste di numerosi edifici di epoche diverse, posti attorno all’aia centrale. Attualmente ha cambiato destinazione d’uso rispetto al passato, è stata in buona parte ristrutturata e ospita rinfreschi, eventi e catering  (vedi QUI). 

Sul confine nord del Parco Forlanini si trova Cascina Villa Landa. Forse era in origine un borgo medievale (Villa Adrado nel 1170, Villadelardi nel 1212), scomparso con la chiesa di Sant’Antonino, ivi citata alla fine del Duecento. Sita al civico 142 della via Corelli, Villa Landa risulta già nella mappa della Pieve di Segrate del 1569 e nella successiva carta seicentesca del Claricio. La proprietà è costituita da due corpi ad L (uno dei quali di dimensione maggiore rispetto all’altro) che si affacciano su aree di pertinenza distinte, separate dalla via Salesina ed oggi appartenenti a due diverse proprietà. Dell’antica struttura rimane il corpo delle abitazioni, con annessi alcuni locali per magazzini e depositi, che si affaccia sulla via Salesina, in buone condizioni. Di fronte ad esso, la cascina detta anche Villanda o Villa Landa II, in realtà parte orientale della Villa Landa, anch’essa abitata e con uno stato di conservazione migliore.

la cascina Case Nuove

Cascina Case Nuove e Villa Landa

Completiamo questo excursus con la cascina Case Nuove, sita in via Corelli al civico 124. Nel settecentesco catasto teresiano appare costituita da un solo edificio in linea sulla strada per Liscate, come la vicina Villa Landa; nell’ottocentesco catasto Lombardo-veneto due ali di stretti rustici si aggiungono all’edificio preesistente, formando una corte costruita su tre lati e chiusa a sud da una recinzione. All’interno della corte è visibile il fabbricato della stalla. L’impianto planimetrico della cascina quindi è quello tipico: uno spazio quadrangolare attorno al quale sono disposti gli edifici. Sul lato ovest si trova il porticato per il deposito degli attrezzi; sul lato nord, che è collegato al deposito, sono sistemate le abitazioni con il portone di ingresso che dà sulla via Corelli. Sul lato est si trova la stalla e sul lato sud vi è un muro di cinta con un secondo ingresso e non sono più visibili le tracce di un rustico abbattuto negli anni ’70.

(*) Riccardo Tammaro è presidente della Fondazione Milano Policroma ed è autore di diversi volumi di storia sui borghi milanesi, tra cui “Gli antichi borghi della periferia milanese”

Note

  1. Per saperne di più del Parco Forlanini e del suo futuro leggi QUI
  2. Le cascine nel Parco Forlanini sono precisamente 11. In questo articolo parliamo delle più importanti

 

La cascina Taverna fotografata da Roberto Visigalli

Cascina Salesina [foto R. Visigalli]

Cascina Salesina part.

Cascina Salesina part.




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