Passerella sul Naviglio Grande

Perché è inadatto il progetto passerella Tirana-Ronchetto s/N

È palesemente sbagliato: sembra una “tangenzialina”, non tiene conto del contesto storico-urbano, senza copertura sarà incandescente d’estate e privo di riparo col maltempo. Ed è in cemento, facilmente aggredibile da graffiti. Ecco una proposta alternativa

Il progetto sul naviglio a Ronchetto

Più che una passerella pedonale-ciclabile, la si direbbe una “tangenzialina” con la classica uscita rotante, il disegno si ispira chiaramente a uno svincolo autostradale. L’ha scelto una  Commissione giudicatrice, il progetto è dello studio milanese AOUMM guidato da Rossella Locatelli come vincitore del concorso internazionale di progettazione “ATTRA\VERSO San Cristoforo”. Il progetto è stato lanciato dal Comune di Milano e M4 S.p.A. con l’obiettivo di individuare “una proposta innovativa, ambientale e dalla forte identità architettonica, per una connessione ciclopedonale tra i quartieri Lorenteggio e Ronchetto sul Naviglio”. 

Come mostra il rendering qui sopra, si prevede un nastro di cemento lungo svariate centinaia di metri. Non è che sia brutto, è inadatto. Diciamo subito che purtroppo sarà facilmente aggredibile dai graffittari; le vernici antigraffiti, infatti, non mettono al riparo la struttura dalle aggresioni degli spray, le rendono solo più facilmente removibili, e comunque rendono la manutenzione piuttosto costosa, in ragione della quale non sarà effettuata più di due o tre volte l’anno. A meno di non trovare dei volontari tutti i giorni. 
Inoltre, la passerellona è senza alcuna copertura: d’estate sarà come attraversare un inferno incandescente, mentre nei giorni di maltempo pedoni e ciclisti saranno senza alcun riparo.

Progetto astratto

Un progetto calato dall’alto e da qualsiasi parte del mondo. Ormai gli architetti studiano unicamente la lezione di altri architetti, si citano fra loro, in questo caso si fa riferimento a  una sfilza di nomi: Aldo Rossi, Gae Aulenti, Angelo Mangiarotti, Giò Ponti.  Il territorio così com’è, con le sue esistenze e  pre-esistenze non interessa, il luogo dove si deve operare è un “incidente”.   Questo progetto non tiene conto di collegare tre parti della Milano d’epoca:
1. la stazione San Cristoforo del 1906, parte della cittadella militare di Baggio e il suo notissimo ospedale, ancora esistente;
2. il borgo “manzoniano” di Ronchetto sul Naviglio con Molinetto del Lorenteggo (vedi “Milano – La città dei 70 borghi” di R. Schena);
3. il naviglio Grande, canale storico di Milano.

Archeologia industriale: storico passaggio pedonale e ferroviario Richardi Ginori, sul naviglio Grande, costruito 1906

Tale passerella di cemento con anello mediano è fuori contesto, esclude la storia del territorio e i suoi pregi. Occorrerebbe un intervento più misurato, più studiato,  magari simile al ponte pedonale-ferroviario Richard Ginori sul naviglio, uno dei più interessanti e particolari di Milano. Realizzato a due piani sempre nel 1906 in ferro, è ancora esistente davanti all’ex fabbrica. Era “la stessa tecnologia utilizzata per la costruzione della Torre Eiffel di Parigi e del ponte ferroviario di Paderno d’Adda”, precisano le schede tecniche. Con una variante: sopra i pedoni, sotto le biciclette. Nelle stesso stile, è stato costruito il ponte ferroviario sul naviglio, presente poco più in là.

Il ponte ferroviario sul naviglio Grande: stesso stil0e stessa epoca del ponte Richard Ginori 

Ma al di là di tutto, la cosa più importante è che se non si sistema il quartiere Giambellino, uno dei più tristi e malfamati d’Italia, è tutto inutile, sarà territorio di caccia per ladri, rapinatori, spacciatori.

Un rendering modificato dall’originale di come si potrebbe vedere il ponte-passerella in progetto, pieno di graffitti




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