I principali responsabili del degrado sempre più profondo dei quartieri popolari e delle periferie milanesi sono Regione, Prefettura e, soprattutto, palazzo Marino. L’Aler è semmai vittima della loro incuria e finisce col diventare capro espiatorio. Ecco perché
Va ripetuto in continuazione perché la mistificazione è tanta. Non è l’Aler responsabile del degrado delle abitazioni popolari. Responsabile è la Regione, da cui dipende e che non finanzia adeguatamente, come sarebbe suo preciso dovere per legge. Sua la responsabilità della chiusura delle portinerie, per esempio, un provvedimento gravissimo, irresponsabile, fonte di autentiche sciagure, che meriterebbe l’attenzione del Prefetto e che crea le principali difficoltà ad Aler stessa.
Invece, l’Aler è tirata in ballo tutte le volte proprio dal Comune, che sa benissimo in quali difficoltà si dibatte l’stituto ma che cita in continuazione come capro espiatorio. L’Aler, sebbene degradato a carrozzone poco efficiente da palazzo Lombardia, in realtà è solo l’amministratore, non può, non è in grado di gestire la complessità di un quartiere popolare. Non ha gli strumenti, il Comune, al contrario li ha tutti.
omissione in atti d’ufficio
Aler fa quello che può, quando la si chiama in genere interviene, anche in tema di sicurezza, dove però non ha alcun potere, può al massimo segnalare alla Polizia locale, la quale peraltro non si fa mai vedere in questi quartieri “difficili”, veramente abbandonati da Comune e Regione, rasentando l’omissione d’atti d’ufficio.
I quartieri popolari sono così incontrolalti da fungere da quotidiane discariche abusive della città, chiunque vi passi scarica tranquillo mobili, latterizi, elettrodomestici etc.
La Regione, infatti, non è l’unica colpevole, anche il Comune ha le sue colpe pesanti. I vigili che non vengono mai quando chiamati. L’insufficienza di assistenti sociali nonostante le molte famiglie problematiche. L’assenza totale di educatori (anche solo per farli giocare) nonostante la presenza di parecchi bambini lasciati a se stessi nei cortili. La mancanza di un rapporto franco e stimolante fra sindaco e presidente della Regione, fra assessori competenti delle due istituzioni, il loro continuo gioco allo scaricabarile. Sono tutte competenze comunali non assolte, vera e propria omissione in atti d’ufficio.
Un ispettore dell’Aler non è nemmeno pubblico ufficiale, mentre qualunque dipendente comunale lo è. La differenza operativa è enorme: il Comune sa come farsi rispettare, ha a disposizione uffici competenti, assistenti sociali e polizia locale, l’Aler no, deve ogni volta rivolgersi a una pubblica autorità a cui è demandato il compito di “esaminare il caso”, di “aprire una pratica”. Passano mesi. L’Aler non è nemmeno più in grado di rendere esecutivo uno sfratto.
municipi inutili e gioco allo scaricabarile
Soprattutto, le massime colpe del Comune sono due:
1) rendere inutili i presidenti di Municipio, lasciati senza poteri d’intervento, totalmente impotenti nell’affrontare situazioni di complessità urbana come queste. Essi compiono ogni sforzo in sede istituzionale, per segnalare il peggioramento sostante della situazione. Talvolta riescono a organizzare interventi di volontari, ma dal Comune non arriva nulla.
2) avere scaricato sulla Regione, fin da tempi di Albertini, la gestione di metà delle case popolari tradizionalmente in mani sue. Palazzo Marino sa bene che la Regione e l’Aler non hanno poteri d’intervento immediato come il Comune, il quale dispone di polizia locale, controllo delle strade e dell’ordine pubblico anche mediante telecamere e delle infrastrutture in genere. Ed è sempre il Comune a disporre dei centri di accoglienza e di rifugio per gli sfrattati morosi, senza i quali è impossibile gestire uno sfratto. Se Milano non mette a disposizione questi questi spazi, come sta facendo, rende impossibile all’Aler allontanare i delinquenti, i morosi ingiustificati, fermare il racker degli appartamenti.
La conseguenza è che si sta allargando il fronte degli inquilini morosi, sicuri di rimanere impuniti. In molti numeri civici, la morosità raggiunge il 30-40%, in altri casi addirittura l’80.
Soltanto l’Amsa, che Dio l’abbia in gloria, è da promuovere, sempre puntuale nel ritirare i rifiuti ingombranti per strada.
Sarebbe da gestire molto meglio Quinto Romano, rendere i marciapiedi più accessibili , rendere efficiente l' ufficio postale di Caldera con personale all' altezza loro […]
secondo voi è possibile che Milano inglobi (facendo propri quartieri) ulteriori cittadine ora presenti nella prima fascia? Ad es. Novate Milanese, Bresso, Rho ecc
La nostra Azienda A.Salvi&C SPA è in Bovisa in via Cosenz 32 dal 1942. Oggi,mio nonno fondatore della Società nel 1920 non riconoscerebbe il quartiere […]
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