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QUEL “MODELLO MILANO” POMPATISSIMO DAI MEDIA

E’ la città più inquinata d’Europa, costa come Londra, periferie in degrado, verde massacrato, intensa speculazione edilizia. Ma per Confindustria “è qui dove si vive meglio”. La realtà di Milano non quadra con la sua rappresentazione, interessata a tenere alti i valori immobiliari

Caltanissetta, panorama

Alla fine, la classifica del Sole 24 ore si abbatte sulla povera Caltanissetta, 62mila abitanti ultimi per qualità della vità. Al numero uno c’è Milano. Il cuore della Sicilia perde la partita contro la metropoli  del Nord.  A sentire il giornale della Confindustria, vincerebbe il primo posto la Milano da bere, chissà perché quei poveracci che vivono in edifici alti al massimo tre piani e hanno la loro abitazione a pochi chilometri da Agrigento, dalla costa Sud dell’Isola, non scappano a gambe levate per rifugiarsi in piazza Gae Aulenti.

la più inquinata e la più cara

È la città più inquinata d’Italia, vanta un record di morti per polveri sottili, ma non fa testo.  In marzo, la città dove si vive meglio aveva già esaurito il suo bonus annuale di 35 giorni di sforamento del limite di PM10.  Secondo dati Oms, Milano presenta i valori peggiori a livello europeo per concentrazione media annuale di polveri sottili.  Le periferie abbandonate non sono raggiunte dagli standard del quotidiano confindustriale; la questione abitativa, la precarietà del lavoro, la vita “minima” degli studenti fuori città o di chi è alle prese con la prima occupazione, tutti costretti in una metropoli che ha gli affitti e i costi di Londra, ma è molto lontana dagli stessi livelli, nemmeno. Vivere con mille Euro al mese in un poso che ne chiede 600 solo per un posto letto, non abbassa la “qualità della vita”.

Questo è il punto. “Pompando” le inesistenti meraviglie della Milano odierna, la psicologia narcisista dei suoi abitanti, si tengono alti i prezzi dei beni immobiliari e commerciali, quelli dove banche e assicurazioni, i padroni del Sole 24 ore, primeggiano in assoluto.

Milano: inquinamento e grattacieli

 l’elenco edificante

Nel “modello Milano” non rientrano le speculazioni immobiliari sulle ultime aree libere, gli scali ferroviari, il degrado del verde urbano e rurale, gli attentati continui all’ecosistema del parco sud e la sua continua riduzione, la rovina dei borghi antichi tutt’ora in atto nelle periferie, il degrado stesso dei quartieri popolari sempre più marcato. C’è una “grande Milano” contrapposta alla città elitaria, “emergente” di Porta Nuova e Life City che, col centro storico, sono le uniche zone prese in considerazione dall’Amministrazione, sia questa di sinistra, sia di destra quando c’erano Albertini e Moratti.

Manca all’elenco la fatiscenza di una serie di strutture pubbliche, dagli ospedali alle scuole, passando per palestre e uffici comunali. Dei lunghi mesi di attesa per ottenere, anche qui, non solo in Sicilia, una Tac in un ente pubblico, mentre nelle strutture private funziona tutto perfettamente. Non rientrano le autostrade inutili, lo sfascio dell’ambiente naturale. L’oligarchia immobiliarista controlla ogni riga di quanto è pubblicato dai media. In compenso, le metropolitante funzionano (un po’ meno tram e autobus, ma pazienza) e la raccolta rifiuti è come deve essere. La normalità di qualsiasi città europea passa per “eccellenza”.

In verità, i milanesi (e non solo) scoprono ogni giorno di più di stare in una città irreale, dipinta in un modo, vissuta in un altro. E pensare che la povera Caltanissetta non può nemmeno difendersi.




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