L’ultima cascina di Merezzate (Morsenchio)

MEREZZATE, QUANDO LE RUSPE FANNO PEGGIO DI ATTILA

Come, in pieno XXI secolo, si ammazza un borgo antico. Risalente ai tempi del Barbarossa, sopravvive alle demolizioni dei decenni passati. Purtroppo, rischia la fine a causa di una strada che il Comune ha impietosamente tracciato con la scusa delle Olimpiadi. FIRMATE LA PETIZIONE

Testo di Roberto Schena

Merezzate è un quartiere di Milano. Anzi, è una di quelle storie alla Gianni Rodari o Italo Calvino, musicate da Sergio Endrigo. Vicino a Morsenchio (non lontano dall’aeroporto di Linate), c’era un’ultimo piccolo borgo appartenente ad epoche risalenti al XVII secolo, se non molto prima. Il borgo era costituito da due signore cascine, una sola delle quali, però, sopravvisse all’avanzare della metropoli nel Novecento. Altre consorelle vicine hanno fatto quasi tutte la medesima brutta fine. La cascina distrutta si chiamava Merezzate di Sopra, mentre qui è Merezzate di Sotto. I borghi antichi erano tre, spiega Riccardo Tammaro, il maggior storico dei borghi milanesi. Erano Mursenc, Maregià, Mursencin”, in questo modo venivano pronunciati, dagli abitanti del posto, i nomi dei tre piccoli borghi di Morsenchio, Merezzate e Morsenchino, posti tutti lungo la via Bonfadini.  

Isola in mezzo a un mare di cemento

Il tracciato della strada prevista passa per il campo residuo di cascina Merezzate, segnata con il n. 1. Il n. 2 indica la strada da costruire sul prato, il n. 3 indica il percorso in parte sotterraneo di una tratta della strada, il 4 la strada Paullese con la quale si collegherebbe

Cascina Merezzate (di Sotto) è dunque una sorta di reliquia. Fa sempre più fatica a sopravvivere, circondata da alti palazzi che, ormai, le hanno lasciato soltanto un piccolo appezzamento di erba dove coltivare qualche ortaggio, residuo di un antico e ben più esteso rapporto con la terra. I vecchi abitanti della cascina vendono al mercato del quartiere quello che riescono a coltivare. Non accade spesso a Milano che si vendano prodotti a chilometro zero, ma zero veramente. 

Non è l’unico pregio del posto, piccola isola di storia e di verde in mezzo a un “mare di cemento”, come dice una nota canzone di Viola Valentino (“Sola”). Tale fragile isolino di verde sta per essere definitivamente distrutto da un brutale, superfluo intervento viabilistico, destinato a cancellare l’ultimo prato spontaneo dell’intero quartierone intorno, a conferma di quanto poco sia tenuta in considerazione ogni sensibilità ambientale, ogni nicchia di storia e di bellezza.  Il piano urbanistico prevede la costruzione di un’arena olimpica in previsione dei giochi invernali del 2026. Il prolungamento della strada Paullese, non è in alcun modo funzionale alle olimpiadi invernali perché sfocerà lontano dall’arena. Fa comunque parte del medesimo accordo di programma, ecco dunque che le olimpiadi, come si temeva, diventano occasione di scempio e speculazione.

Origini molto antiche

Sempre Tammaro spiega che “la storia del borgo di Merezzate ha origini piuttosto antiche, dato che il primo documento che lo cita (come “Arsigiate”) risale al 1346. Ma è certo che il borgo esisteva già nel 1161, quando Federico Barbarossa, re di Germania, ed il suo poderoso esercito posero il campo nelle terre di Morsenchio e in quelle adiacenti, devastando colture, vigne e ogni altra cosa per poi volgere all’assedio e alla distruzione di Milano”, come noto fin dai banchi della scuola elementare. Nel 1580, le due cascine di Merezzate Sopra e Sotto furono sottoposte alla giurisdizione di Calvairate; un censimento appurò che le due cascine, in totale, sommavano 37 abitanti.

Planimetria dell’intervento urbanistico complessivo. 1. nuova arena olimpica, 2. edifici da erigere nell’attuale oasi naturalistica spontanea, 3. collegamento con la Paullese: parte interrata, 4. collegamento in superficie, sul campo della cascina, 5. cascina Merezzate, 6. strada Paullese

Merezzate riappare nel Seicento con il nome di Merigia nella cartografia di Giovanni Battista Clarici (1542-1602). “Per un certo periodo – scrive Tammaro – i due cascinali insieme formarono un unico comune autonomo. Nel 1870 il fondo di Merezzate fu accorpato al nuovo grande comune di Mezzate. Vi rimase fino al 1925, anno in cui, assieme a Morsenchio, ne venne staccato” per essere il tutto inglobato nel comune di Milano.

Salvare il prato della cascina

Ora, sappiamo che il borgo di Morsenchio fu poi abbondantemente distrutto dalla Montedison, un tempo lì presente. Il problema dell’edilizia espressa durante l’era industriale è proprio questo: demolisce il passato con nonchalance, con arroganza, considerandolo una nullità. In realtà, sono i manufatti industriali a non reggere la prova del tempo. Infatti, Montedison dopo mezzo secolo di vita, non c’è più, mentre le costruzioni d’epoca, andate distrutte, appartenenti al passato rurale di Milano, sono state in grado di rimanere in piedi per secoli. É appunto la storia della cascina Merezzate, rimasta indenne. Almeno finora, fra qualche mese potrebbe non esserlo più giacché toglierle quel prato significa farle mancare l’aria, accorciarne la vita.

Per firmare la petizione contro il prolungamento della PAULLESE e la distruzione del campo della cascina Merezzate cliccare su questo link: https://www.change.org/No_Prolungamento_Paullese

Cascina Merezzate, galleria fotografica

La cascina Merezzate

Prato, cascina a palazzi, un paesaggio degno della via Gluck

L’antico fienile

Fienile XVII secolo e serre

Palazzi, cascina e serra

Coltvazione a serra a Merezzate

Il prato sopravvissuto intorno alla cascina che ora il Comune potrebbe distruggere

La cascina Merezzate col prato davanti che verrebbe distrutto

Le serre della cascina

L’ingresso da via Bonfadini

Serre e cacina costituiscono il paesaggio di Merezzate

 




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