il “diciotto”, organo di Baggio

IL “DICIOTTO”, LA TESTATA CHE HA SALVATO L’OVEST DI MILANO

Era nato per essere il mensile di Baggio ma è diventato il più importante della città, per quarant’anni non ha fatto che combattere contro l’abbandono della periferia, da parte di politici incapaci. E sta vincendo la partita, ecco come

Il numero di febbraio 2021. Il Parco delle Cave è sempre stato uno dei grandi temi affrontati ogni mese 

degrado indecente

C’è un secondo “organo di Baggio”, oltre a quello leggendario della chiesa di Sant’Apollinare, si chiama “il diciotto” ed è un organo di stampa. Fino a qualche anno or sono, l’ex comune di Baggio era una delle zone più degradate di Milano e meno abitabili. Tutti i suoi territori, nessuno escluso, ossia Muggiano, Cascina Linterno, Quarto Cagnino, soffrivano gli stessi grossi problemi di degrado. Oggi le cose sono molto cambiate. Si nota una differenza abissale rispetto a quei tempi.

Il merito del “miracolo” va in buona parte a questa testata mensile locale di giornalismo non professionale:“il diciotto”, arrivata al 42esimo anno di esistenza. Il numero era lo stesso dell’allora diciottesimo Consiglio di Zona, coincidente con il territorio del comune di Baggio, annesso a Milano nel 1923. E 18sima zona (sulle 20 esistenti) significava solo una cosa: che questa fetta di Milano era fra le ultime della periferia, la più sgangherata sotto ogni punto di vista. Il mensile è la dimostrazione pratica di quanto una testata locale, distribuita gratuitamente, sostenuta unicamente dalla pubblicità delle imprese residenti, possa influire positivamente sulle condizioni di una circoscrizione.

sotto il segno di Saturno

L’atto di nascita ufficiale della testata è il 1981. In quell’anno,  tra le altre cose importanti accadute nel mondo, la sonda Voyager 2 scattava foto del pianeta Saturno, rivelando la straordinaria bellezza degli anelli e contando fino a 82 lune. Simbolicamente, è il pianeta della perseveranza. Sempre in quell’anno, esce il primo “rudimentale” personal computer targato Ibm. Con il dimezzamento dei Consigli di Zona, deliberato nel 1999, Baggio diventa parte del Municipio 7 insieme a un pezzo dell’ex comune di Trenno, precisamente gli antichi borghi rurali di Quarto Cagnino, Quinto Romano e Figino. Pur conservando il vecchio nome, adesso il bacino dei lettori del diciotto copre un’area raddoppiata rispetto all’inizio.

Tra Baggio e Trenno, tutti questi numerosi borghi antichi, allora come oggi, a parte un paio, sono tra i meglio conservati della città, cosa che rende il Municipio 7 uno dei più ricchi di paesaggio tipico milanese,  nel settore Ovest della periferia, tra i più verdi della metropoli. La zona, però, era sempre considerata “sfigata”.

in gara con quarto oggiaro

Una prima pagina de “il diciotto” molto critica nei confronti del cattivo decentramento 

Nel 1981, erano ancora numerose le persone che la cui carta d’identità indicava come luogo di nascita “Comune di Baggio (o di Trenno)”. Il rimpianto dell’autonomia comunale, perduta nel 1923, era ancora vivo e si conservò a lungo, tanto che ancora nel 1993, in occasione del 70esimo anniversario, il diciotto dedicava ben otto pagine, più la copertina del numero speciale, alla ricostruzione storica dell’aggregazione a Milano. La ragione è semplice: perdendo l’autonomia amministrativa, Baggio  non avevano più il controllo dei mezzi per amministrare come si deve e combattere il degrado (*). 

Gareggiava con Quarto Oggiaro nel veder sorgere come funghi decine di scatoloni popolari, immersi nella scarsità dei servizi, con i terreni disseminati di discariche abusive, cave esauste, aree non praticabili o non frequentabili per la presenza di malavita e smercio di droghe, accampamenti abusivi e perfino autorizzati di centinaia di nomadi.

È in queste sconfortanti condizioni che nasce il diciotto, espressione diretta di una popolazione ben decisa a non arrendersi, a lottare con le unghie e con i denti per uscire dall’inferno urbanistico in cui era finita. I fondatori sono otto persone, nessuna delle quali giornalista. Tra loro, Roberto Erminio Rognoni, oggi direttore responsabile della testata, più altre cinque donne (troverete i loro nomi sul sito). Iniziarono con quattro pagine e una periodicità legata alle inserzioni pubblicitarie per coprire le spese. La distribuzione, allora come oggi, gratuita.

Un numero del 1994 con una prima pagina particolarmente severa

cittadini, non giornalisti

La testata, fin dall’inizio, proprio perché fondata e curata da semplici cittadini, non da giornalisti che debbono rispondere a un politico o a un editore politicizzato,  è sempre stata palesemente a-professionale. Non ha quasi nulla dello stile giornalistico: titolazione insufficiente, grafica di base, frequente assenza di didascalie, fotografie scattate da inesperti sono gli elementi che la caratterizzano. Ma sono le caratteristiche che consentono di mettere in piedi ogni mese un nuovo numero, con molto impegno personale volontario (non retribuito) e costi di gestione “casalinghi”, sopportabili.

Altre zone di Milano videro la nascita di testate proprie, ma sono tutte scomparse, nessuna ha retto la prova del tempo, eccetto il diciotto. Probabilmente, perché Baggio è un’antica comunità a sé, quasi una città satellite di Milano, con gli abitanti pienamente consapevoli di appartenervi. La funzione del mensile è sempre stata tenere desta l’attenzione della cittadinanza, attirandola tramite un’insistente, martellante campagna su singoli aspetti, riproponendo l’argomento incessantemente a ogni numero e tampinando in continuazione le lentissime autorità preposte.  I giornali quotidiani, infatti, non sono sufficienti a coprire le notizie dei singoli quartieri e non c’è nulla di peggio che consegnare all’oblio, o alla trattazione una tantum, un problema urgente.

spina nel fianco

Marzo 2021, in prima pagina un monumento da salvare

I temi preferiti rientrano tutti nel tema unico del riordino del territorio. I più ricorrenti riguardano il Parco delle Cave abbandonato a se stesso, il Bosco in città agli estremi margini, la presenza crescente di nomadi fra i campi di risaie, il degrado delle campagne dove scaricare di tutto, i borghi storici malmessi come Cascina Linterno e Sella Nuova, l’agricoltura del Parco Sud.  Si tratta di vaste aree dalla cui sistemazione dipende l’intero Ovest di Milano, la possibilità stessa di allargare significativamente il verde pubblico.

Non si trova in archivio un solo numero del diciotto in cui non siano trattati questi stessi temi, per anni e anni ogni santo mese.   Il martellamento del diciotto, soprattutto contro sindaci, assessori, consiglio di zona, da 40 anni è senza interruzioni, basta sfogliare le sue annate per rendersi conto.

 Non c’è traccia di piaggerie. Di fronte all’insistenza del diciotto, gli amministratori pubblici a qualsiasi titolo  rischiano di rimetterci la faccia. Ed ecco che a poco a poco, anno per anno, Baggio risorge. Oggi il parco delle Cave non è più un lungo sogno (durato quarant’anni), c’è ed è bellissimo, così come il Bosco in città è divenuto una ecorealtà importante, mentre gli insediamenti di nomadi, che enormi problemi hanno creato ai residenti, non ci sono più. Cascina Linterno è stata restaurata e ora tocca a Sella Nuova. L’intera periferia Ovest di Milano compiva così un “balzo in avanti” e anzi è divenuta perfino area residenziale appetibile.

area culturale definita

Attualmente, Baggio, o Municipio 7, è uno dei municipi più belli e interessanti della città. Dal 2001, il territorio del diciotto è divenuto Municipio 7, raddoppiando l’estensione con l’aggregazione di mezzo ex comune di Trenno, più parte degli ex Corpi Santi, come San Siro e De Angeli. Costituisce, secondo una bella espressione della stessa testata, “un’area culturale definita, fatta di parchi, corsi d’acqua, ville, cascine, nuove architetture e borghi storici a ovest della città. Il diciotto non ha mai smesso di raccontare i cambiamenti che hanno trasformato una periferia dormitorio, sinonimo di degrado ed emarginazione, in un’area culturale attrattiva per la città e per il contesto metropolitano”.

E’ tutto vero, non è mero autoincensamento. Il mensile dei cittadini, infatti, esce spesso dal quartiere. Per esempio, si è accorto, ben prima del centro, del vuoto che sta lasciando la scomparsa della cultura milanese, dialetto compreso, ma non solo. Di riflesso, soffre parecchio la cura delle campagna residua legata alle cascine e ai borghi secolari, alle rogge e ai fontanili, un enorme patrimonio – anche monumentale – che rischia di finire in rovina. Tuttavia, proprio il Parco delle Cave con i suoi cinque borghi antichi, compreso cascina Linterno, può essere definito un notevole modello di recupero identitario e paesistico. Importante la collaborazione di uno studioso come Mario Pria (1936-2008); ha pubblicato per cinque anni, ogni mese, due pagine dedicate al teatro, alla poesia e al dialetto milanesi. Il suo nome è iscritto nel Famedio del Monumentale, fra i milanesi illustri.

nota

Redattori de il diciotto al lavoro

(*) Insieme a Baggio, nel 1923 persero l’autonomia anche altri 11 comuni limitrofi, annessi per decreto a Milano: Affori, Niguarda, Lambrate, Vigentino, Chiaravalle, Trenno, Musocco, Crescenzago, Greco, Gorla con Precotto. L’articolo del diciotto, a firma Paolo Gugliada, spiega come le annessioni avvennero negando ogni tipo di autonomia amministrativa ai territori periferici. La richiesta di garanzie, ritenenute indispensbili, furono ignorate. La decisione, incredibilmente autoritaria, fu applicata senza pianificazione e gradualità per espresso volere dell’allora primo ministro Benito Mussolini adducendo vaghe “motivazioni patriottiche”. Milano raddoppiava il suo territorio comunale, ma 12 amministrazioni comunali sono tante, la decisione di annetterle tutti insieme senza consentire autonomie comportò un pesante intasamento degli uffici centrali e una gestione approssimativa del territorio che si è sentita parecchio e dura fino ai giorni nostri. Ad essa in gran parte è riconducibile il degrado delle periferie.

 




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