LA CRISI UCCIDE IL TAV TORINO-LIONE

I sindaci della Val di Susa in prima fila contro il Tav


Articolo di Roberto Schena

Il Tav Torino-Lione non va avanti. E non per colpa della formidabile opposizione locale. Allo stato attuale non ci sono possibilità di realizzarla. Troppi soldi per pochi benefici e la crisi economica di certo non aiuta, anzi probabilmente spingerà a rimandare a tempi migliori il progetto, pregiudicandone la realizzabilità.
 Ecco le ragioni: 
1) Come si paventava, i costi sono molto superiori a quelli previsti dal progetto. Il solo Tunnel di Base della Torino-Lione  costa oltre 12 miliardi di euro e non 8,5: un terzo in più! E lo dicono i conti che RFI, la controllata della FS S.p.A. è tenuta a presentare per legge. I calcoli di RFI considerano che vi è stata una rivalutazione annua del 3,5%, dai 3 ai 400 milioni di Euro in più ogni anno passato dall’approvazione del progetto e da trovare ogni anno in futuro. D’altra parte, i tunnel per il Tav hanno costi esponenziali, tra i più esorbitanti in assoluto e qui i chilometri da costruire sotto la roccia della montagne sono ben 53,1. Chi si assumerà la responsabilità, in tempi di crisi, di integrare fondi così alti? Quali sono i costi reali dell’intero manufatto? 
2) L’Italia oggi ha appena 1,37 miliardi di euro per la Torino-Lione, disponibili entro il 2020, largamente insufficienti a cofinanziare l’opera con i privati e la Francia. Deviare una barca di miliardi verso la Torino-Lione, quando l’intero Paese reclama interventi più urgenti, significherebbe rendere l’opera ancora più impopolare, si moltiplicherebbero le voci contro, anche autorevoli, data la sua scarsa utilità. Insomma, il Tav Torino-Lione rischia di fare la fine del ponte sullo Stretto, quando il governo di Mario Monti prese una delle sue poche decisioni felici annullando l’intera operazione, sia questa, sia l’altro megaprogetto: le olimpiadi romane, proprio per mancanza di fondi.
3) L’Europa ha solo 5,5 miliardi di Euro per progetti di questo tipo (core network), quindi non può assegnarne la maggior parte (3,4 miliardi di Euro) alla Torino-Lione, come avventatamente preventivato pur di  far approvare il progetto in Italia e in Europa.
 In queste condizioni, il CIPE stesso non è in grado di autorizzare altre spese e il proseguo dei lavori, mancando tutti i presupposti finanziari essenziali, ma anche la Valutazione di Impatto Ambientale e l’approvazione del Progetto Definitivo, ferme da due anni non si comprende per quali ragioni. Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) è un organo collegiale del Governo presieduto dal premier e composto dai Ministri economici. Ma nemmeno il presidente della repubblica può promulgare una legge esecutiva in tali condizioni. Nemmeno il Parlamento. Se lo facessero la Corte dei Conti rispedirebbe al mittente. 
Ad maiora, quindi? Probabile. Come minimo è quasi certo il suo differimento nel tempo. Matteo Renzi, che in fondo è un pragmatico, potrebbe essere tentato di prendere almeno questa, di decisione. 

Il Tunnel di Base



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