Incontro con Massimo Stinco, maestro dell’omoteatro

 

Leader della scena gay in Italia

Testo, intervista e video di Roberto Schena

E’ teatro gay, “omoteatro”, al 100%. Il fiorentino Massimo Stinco, può essere definito il regista che ha maggiormente illustrato la scena gay in Italia. In questo incontro-intervista con lui e alcuni suoi collaboratori, spiega perché ha scelto questa strada. Spiega come concepisce lo spettacolo nell’ambito di questa tematica. Qui si esprime direttamente al suo pubblico e fa conoscere i suoi lavori a chi ancora non ha avuto modo di apprezzarne l’impegno.

Stinco, attore egli stesso e autore, oltre che regista, ha alle spalle oltre trent’anni passati sul palcoscenico.  Negli ultimi tempi, ha compreso di essere più portato a rappresentare i lati problematici della vita omosessuale. Ben lontano da frivolezze ed esibizionismi da discoteca, l’attività di Stinco alterna commedie apparentemente leggere come The houseboy a tragedie come Homocaust.  Tratta autori quali Pasolini e Ibsen. Ben presente, in ogni pièce, lo svelamento dell’ipocrisia bigotta. 

Non è semplice rappresentare con continuità il teatro gay in un paese come l’Italia. Questo, anche per la mancanza di grandi autori che abbiano affrontato il tema e di grandi interpreti che abbiano accettato di calarsi in un ruolo di spessore. Ecco perché il lavoro di Massimo Stinco va seguito con particolare interesse.

Come riempire un vuoto

La commedia più rappresentata in assoluto, da questo punto di vista, resta ancora il Vizietto, l’unica tutt’oggi capace di riempire le sale, che ovviamente non fa parte del repertorio di Stinco. Ora, senza nulla togliere alla commediacomica di Jean Poiret, che già nel 1973, quando fu rappresentata per la prima volta, anticipò tutti i temi di cui si discute oggi, quali omofamiglie, adozioni, genitorialità autentica, rapporto con la morale, in quarant’anni ne sono successe di cose. Il mondo omosessuale è profondamente cambiato da allora, non solo al suo interno, ma spesso cambiando il mondo tout court. Purtroppo, anche subendo in molte parti del globo ondate di feroce omofobia, come forse mai si erano viste nel corso della storia. Il lavoro di Massimo Stinco, se non altro, contiene sempre una eco dell’attualità. 

 

 




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