MILANO TRA EXPO E DEGRADO: IL GRATOSOGLIO
Portici all’amianto in forte deterioramento al Gratosoglio |
Gratosoglio, più che un quartiere di Milano, è praticamente una città di quasi 10 mila abitanti. E’ una grossa new town, una ville nouvelle all’italiana, tra le più importanti della metropoli, datata ormai anni 60 e gestita interamente dall’Aler.
Si compone di due parti coese: una più illustre, detta delle Torri bianche, alte 15 piani (vedi foto sotto), progettate nel 1964 dallo studio BBPR, lo stesso che sei anni prima costruì la Torre Velasca, probabile primo esempio mondiale di architettura new brutalist, e una seconda che invece è sbrigativa architettura popolare.
Torre Velasca, BBPR, 1958 |
Sono classici “scatoloni”, edifici concepiti da geometri, alti al massimo nove piani, senza pregio, parallelepipedi a diversi colori, sdraiati e “collegati” fra loro da “portici”, che il consigliere di zona Massimiliano Toscano, gruppo misto (ex 5 stelle), chiama semplicemente “tettoie”.
Toscano, in questo video-documento, parla del loro stato pietoso e del pericolo costituito dal fatto che le colonne (e forse non solo queste) sono una lega di cemento-amianto. Anche là dove l’Aler ha riverniciato dette colonne, nel 2011, rimandando sine die il problema della loro rimozione, per la quale servono 4 milioni di euro, il degrado avanza inesorabile. Amianto in bella vista, perfettamente riconoscibile per la forma ondulata, si nota su una struttura situata accanto al mercato Spin, sempre dell’Aler. Esiste un’interrogazione in Senato sull’intero problema amianto nel Gratosoglio, ovviamente senza esito.
I negozi del quartiere sono da anni quasi tutti chiusi, anche quelli sotto le Torri bianche: “L’Aler non li affitta, scottata dalle troppe insolvenze, ma è un errore perché così non c’è più vita”, osserva Toscano. Senza contare che potrebbero essere concessi a gruppi di giovani, di artigiani, a cooperative sociali. Poi le strade interne piene di grosse buche, mai riasfaltate da decenni; i campi gioco abbandonati; la pulizia in mano all’Amsa che peggiora sempre; la manutenzione alquanto saltuaria degli edifici; la scarsa presenza di orti urbani nonostante il quartiere sia popolato da pensionati; l’arredo urbano inesistente, quando per il solo “Albero della vita”, tra Expo e sponsor si sono stanziati 8,3 milioni.
Sono immagini insostenibili di non curanza, nella finzione di una città apparentemente lanciata verso un futuro che in realtà non ha, non riesce a darsi. Il Piano territoriale, ex “regolatore” prevede uno sviluppo urbano fino a 2 milioni di abitanti, ma il tessuto urbano è sempre più “incasinato”, disabitato e svuotato. Vale per il centro come per le zone periferiche, che in realtà, sorpresa!, sono le più belle, le più interessanti per diverse ragioni, quelle che questo blog sta approfondendo. Questo video si inquadra nel tentativo di documentare il degrado della città, in via di peggioramento a vista d’occhio e di cui l’Expo si sta disinteressando, anche quando ne è causa direttamente responsabile.
Le Torri bianche dello studio BBPR |
“Scatoloni” abitativi del Gratosoglio accanto a due Torri bianche |
Scarsa pulizia e lastroni stradali divelti |
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