NAVIGLI, DEMENZIALE RIAPRIRE LA CERCHIA

QUESTA E’ AMSTERDAM… 
… E QUESTA E’ MILANO. NOTATE DIFFERENZE?

 

Troppi milanesi sono convinti che con la riapertura della Cerchia Interna, potranno recarsi con la barca o in motoscafo in piazza Duomo. O pensano di imitare Amsterdam. Guardano con nostalgia le foto d’epoca di un’altra Milano e credono sia possibile tornare pressappoco a quel tempo. Non è così!  
L’ho già scritto e lo ripeto: riaprire i navigli è opera eco-demenziale, una cretinata urbanistica come poche. Una spesa inutile di 450 milioni (come minimo) che non porterà nulla di buono di tutto quello che viene annunciato, non porterà un solo turista in più e nemmeno servirà ad abbellire il peraltro già curatissimo centro storico. Le parti più caratteristiche evocanti un’epoca, infatti, come quelle che si vedono negli scorci di Angelo Inganni, sono state demolite da decenni, al loro posto ci sono palazzi moderni alti molti piani, piuttosto squallidi, la riapertura dei navigli non servirà certo ad attenuarne la bruttezza. 
Milano non è Amsterdam, i navigli al confronto, privati del contorno pittoresco di un tempo, sono poco più che stretti canaletti (ancora più piccoli dei navigli Grande, Martesana e Pavese), poco o per nulla navigabili anche con una barchetta. Al tempo della trazione esclusivamente animale, quei piccoli canali interni avevano senso, consentivano un più agevole  trasporto di grandi volumi, ma in troppi non sanno che per percorrerli tutti, fra una chiusa e l’altra, occorrono delle ore. Riaprire una cerchia morta servirà solamente a sottrarre risorse potenziali al riordino delle parti più belle della città, che ormai sono le aree marginali, quelle che ancora conservano in parte l’autentico paesaggio originale, sebbene siano lasciare in abbandono e degrado. 

Questa Milano non tornerà più perché è stata demolita
(cliccarci sopra per ingrandire)

 Non serve a nessuno abbellire via Senato o via Visconti di Modrone ripristinando la Fossa Interna, serve invece ridare vita ai borghi rurali in totale deperimento, dove ancora esiste un’economia agricola di prim’ordine e dove i milanesi possano ritrovare quei prodotti, quella natura e quelle passeggiate  pesantemente scacciate dalla indiscriminata cementificazione del XX secolo. 
Investire 450 milioni nel solo centro storico, lasciando le periferie nello stato in cui sono, quando queste sì, se ristrutturate potrebbero movimentare il turismo, la cultura e perfino l’agricoltura urbana, è operazione da insani di mente, a cui purtroppo un numero crescente di politici presta attenzione per una forma di demagogia manifesta. E’ anche strano che i favorevoli alla riapertura della Cerchia non abbiano nulla da dire su come è stata ristrutturata la Darsena. Milano pensi a ripulire i corsi d’acqua che già ci sono, come la Vettabbia, piena di rifiuti a cielo aperto anche sotto l’abbazia di Chiaravalle, il maleodorante Lambro Meridionale, lo straripante Seveso,  pensi a riattivare i fontanili, le rogge esistenti, ce ne sono a decine in degrado. Questa sì, sarebbe la riscoperta di un’antica civiltà che porterebbe vivibilità e turismo! 

 LA MILANO DA SALVARE, 
PER ESEMPIO,  E’ QUESTA  QUA
(Borgo di Via Segantini, fra i navigli Grande e Pavese)


 

 

 




Ci sono 2 commenti

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  1. Argonauta

    C'è da augurarselo ma fatto seriamene riprendendo il progetto del "PORTO DI MARE e collegare il bel paese alle vie d'acqua europee il che limiterebbe il trasporto su gomma delle derrate maxi peso e volume, Ritornare alla scampagnata di antico sapore andando in Brianza, ai Laghi alla Bassa Pavese e Piemonte.
    Fatevi un giro sul CANAL DU MIDI' Francia e raggiungere dal mediterraneo la Manica, il Rodano, viaggiando a 30 mt sopra il livello terra a 3 km ora ormeggiando al locali tipici fluviali


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