IL VICARIO (DI CRISTO) CHE NON DOVEVATE VEDERE
Altro che testo eretico: è uno dei più grandi j’accuse mai scritti per il teatro e forse nella storia della letteratura. Il Vicario, di Rolf Hochhuth, al suo apparire sulle scene teatrali europee fu subito rumorosamente contestato da migliaia di militanti cattolici ovunque fosse rappresentato: a Berlino, Parigi, Basilea e in altre città si ebbero invasioni del palco durante le rappresentazioni, cortei per le strade, aggressioni contro regista e attori. Probabilmente non esiste un testo teatrale più contestato nelle piazze. In Italia, la commedia non è mai stata neanche rappresentata. L’unico tentativo fu fatto da Gian Maria Volontè ancora nel 1963 0 1964 a Roma, ma la censura e la polizia impedirono agli attori di recitare. Questo nuovo allestimento di Rosario Tedesco riflette comunque una messa in scena povera, senza scenografia e con lettura al leggio a differenza delle rappresentazioni in Europa, dotate di tutti crismi della teatralità, giacché tutt’oggi non è facile in Italia portare in tour un argomento simile. Nelle scuole men che meno. Come mai? Il Vicario è una grande commedia costruita intorno ai silenzi di papa Pacelli, noto come Pio XII, di fronte alle
deportazioni e allo sterminio degli ebrei. Pone molte domande imbarazzanti alla chiesa, la cui reazione ufficiale, finora, è difendere strenuamente l’operato del Papa, il quale avrebbe agito con grande prudenza per evitare guai peggiori. Ma è un dato di fatto che non scomunicò mai i nazisti, né al loro apparire, né dopo la guerra e non mise mai all’Indice dei libri proibiti il Mein Kampf, libro che aveva sicuramente letto quand’era nunzio apostolico in Germania, notando certamente quante volte Hitler sottolineasse di essere felicemente cattolico; Pio XII non parlò mai dei lager, né durante, né, quel che è peggio, dopo la guerra. La storiografia vatica
na è impegnata da decenni a presentare l’operato di Pio XII come l’unico percorribile di fronte alla dittatura nazista, lo stesso papa sarebbe stato un grande antifascista, mentre Rolf Hochhuth si propone l’esatto opposto. L’accusa rivoltagli è di essersi documentato in base a materiale falso, costruito abilmente da individuati agenti del Kgb sovietico. L’Autore ha sempre respinto l’accusa infamante di manipolazione storica e sottolineato come la trama de Il Vicario fosse verosimile, come abbia tutti i connotati del plausibile. D’altra parte, non è che un documento storico, se esibito dai servizi segreti, sia da considerarsi automaticamente falso. Al contrario, la commedia non è e non vuole pretendere d’essere una fedele ricostruzione storica di quanto avvenuto dietro le segrete mura vaticane, ma una descrizione aderente, collimante i fatti. Diciamo che si avvicina molto alla realtà, immaginando il dramma, la tragedia conseguenti a un silenzio che è comunque un dato di fatto, l’omertà c’è stata sul serio. Pio XII non pubblicò mai l’enciclica Humani generis unitas (Sull’unità del genere umano) fatta scrivere mesi prima dal predecessore Pio XI appositamente contro il razzismo, l’antisemitismo e la persecuzione degli ebrei: doveva essere letta pubblicamente il 10 febbraio 1939, guarda caso Pio XI morì improvvisamente la sera prima. Persistono ancora oggi molti dubbi riguardo questa morte, così provvida per il nazifascismo e le sue leggi razziali già in vigore. Il silenzio della chiesa riguardo le deportazioni durò anche dopo la caduta di Hitler, si prolungò negli anni ’50. D’altra parte, i nazisti non toccarono mai una chiesa, i comunisti, invece, questi sì scomunicati, ne hanno distrutte migliaia. Papa Pacelli non comprendeva per quale ragione la guerra non dovesse evolvere decisamente contro l’Unione Sovietica, gli ebrei non erano un problema.
In questa videointervista di Roberto Schena (Esplorazione urbana n. 85), autore di una biografia di Pio XII, parla un’attrice, Cinzia Spanò. Ricostruisce i motivi dell’interesse che porta questa compagnia di attori a riprendere periodicamente, quando possono, Il Vicario, con le difficoltà ormai note. Attualmente è in scena all’Elfo di Milano. Nel 2007, spiega la Spanò, qualcuno trovò casualmente una vecchia edizione del testo, dove in copertina si poteva notare un papa con la veste insanguinata. Segue un incontro a Berlino con un Rolf Hochhuth ottantenne, ancora combattivo…
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