“Strani amori”, di Fabio Croce, sguardo nel mondo bisex
Scoprire la propria biesessualità a 50 anni: il romanzo di Fabio Croce indaga su un mondo poco esplorato e ancora peggio trattato
Molto, ma molto raramente gli scrittori prendono seriamente in considerazione la bisessualità degli individui. Il motivo è semplice: sono antipatici a tutti. Agli eterosessuali, che li accusano di essere dei froci, agli omosessuali… per la stessa identica ragione. In più, una donna con un uomo bisex generalmente si sente frustrata in anticipo, o perché sa di non bastargli, o perché non può neppure sentirsi “competitiva”, perlomeno provarci a esserlo, se c’è un altro di mezzo. Un gay, invece, pensa che la bisessualità sia tutta repressione indotta. Insomma, per i deliri della vulgata non esistono bisex, o sei gay o sei etero, punto e basta. Se sei bisex è perché non sai scegliere.
Paolo, la cui vicenda è ambientata nell’avanzatissima Milano, può considerarsi un uomo fortunato, c’è chi muore senza mai sospettare di averla, una possibilità di scegliere. La scopre dopo una lunga vita decennale con Giulia. L’unione eterosessuale si esaurisce, finisce ed ecco che invece di ricrearsi con un altro soggetto di sesso diverso, in lui emerge l’altra parte. Croce non esamina la psicologia del protagonista, non va a fondo, non ci narra nemmeno la sua infanzia, non ci descrive il polimorfismo perverso del bambino che poi verrà a maturazione 40 o 50 anni dopo. Ce lo offre nudo e crudo com’è hinc et nunc. Gli preme dire altre cose.
Fabio Croce è nato a Roma dove lavora e vive. Consideato uno dei più importanti autori Glbt, editore egli stesso di riferimento della comunità italiana, per la quale con le Edizioni Croce ha pubblicato numerosi testi. Nel 2006 curà la voce Letteratura gay in Italia per la Routledge International Encyclopedia of Queer Culture. Nel 2008 ha ricevuto a Oslo, in qualità di fondatore e gestore della Edizioni Croce, un importante riconoscimento per il suo impegno a favore dei diritti civili.
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