“Strani amori”, di Fabio Croce, sguardo nel mondo bisex

Il giullare. La copertina  del romanzo di Croce riporta un quadro di Jan Mateiko, 1862

Scoprire la propria biesessualità a 50 anni: il romanzo di Fabio Croce indaga su un mondo poco esplorato e ancora peggio trattato

Molto, ma molto raramente gli scrittori prendono seriamente in considerazione la bisessualità degli individui. Il motivo è semplice: sono antipatici a tutti. Agli eterosessuali, che li accusano di essere dei froci, agli omosessuali… per la stessa identica ragione. In più, una donna con un uomo bisex generalmente si sente frustrata in anticipo, o perché sa di non bastargli, o perché non può neppure sentirsi “competitiva”, perlomeno provarci a esserlo, se c’è un altro di mezzo. Un gay, invece, pensa che la bisessualità sia tutta repressione indotta. Insomma, per i deliri della vulgata non esistono bisex, o sei gay o sei etero, punto e basta. Se sei bisex è perché non sai scegliere. 

Non è vero, ovviamente. Paolo, protagonista di Strani amori, l’ultimo romanzo di Fabio Croce (EdizioniCroce), autore e storico editore di riferimento della comunità Lgbt italiana, scopre la propria omosessualità a 50 anni suonati. Prima della mezza età, non immaginava nulla di se stesso, non si era accorto di alcuna “devianza”. Capita? Sicuro che capita. Chi lavora nel mondo della psicologia sa che succede eccome. Siamo circondati dal dubbio, anche quando non sembra. Da qui la copertina del libro, che rappresenta splendidamente un giullare, appunto, insomma uno che va più o meno allegramente “deqquà e dellà”.

La copertina del romanzo

Paolo, la cui vicenda è ambientata nell’avanzatissima Milano, può considerarsi un uomo fortunato, c’è chi muore senza mai sospettare di averla, una possibilità di scegliere. La scopre dopo una lunga vita decennale con Giulia. L’unione eterosessuale si esaurisce, finisce ed ecco che invece di ricrearsi con un altro soggetto di sesso diverso, in lui emerge l’altra parte. Croce non esamina la psicologia del protagonista, non va a fondo, non ci narra nemmeno la sua infanzia, non ci descrive il polimorfismo perverso del bambino che poi verrà a maturazione 40 o 50 anni dopo. Ce lo offre nudo e crudo com’è hinc et nunc. Gli preme dire altre cose.

Per esempio, chi, come e che cosa incontra un uomo, quando lascia la moglie perché scopre la propria omosessualità? Un disastro. Intanto rischia di prendersi ingenuamente una cotta per il primo che incontra, in specie se un bell’uomo, affascinante anche perché a letto ci sa fare. E’ esattamente quello che accade a Paolo, che poi scoprirà come il suo bell’uomo è un po’ troia, anzi, non un po’ e va pure con grassoni in età che si buttano nudi a masturbarsi in una chat line. Per soldi ci va, non per altro. Nel frattempo, Paolo viene assalito dai sensi di colpa per Giulia, che inizia una fase altamente depressiva.
Non c’è nulla da festeggiare, se si sfascia una famiglia perché si forma una omocoppia. E’ giusto seguire quello che ordina il profondo di te stesso, ma ciò che è felicità per te può essere dolore per gli altri, per chi ti è sempre stato vicino. Non andremo oltre a raccontare la trama di Strani amori, qui basterà sottolineare la disumanizzazione, sotto forma di esplosione ipersessuale, di chi si avvicina al mondo della diversa identità relazionale. Un chiaro invito a guardarsi dentro e a non prendere le cose e le persone con leggerezza.

 

Fabio Croce, editore Glbt e scrittore

Fabio Croce è nato a Roma dove lavora e vive. Consideato uno dei più importanti autori Glbt, editore egli stesso di riferimento della comunità italiana, per la quale con le Edizioni Croce ha pubblicato numerosi testi. Nel 2006  curà la voce Letteratura gay in Italia per la Routledge International Encyclopedia of Queer Culture. Nel 2008 ha ricevuto a Oslo, in qualità di fondatore e gestore della Edizioni Croce, un importante riconoscimento  per il suo impegno a favore dei diritti civili.




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