1904, I TEDESCHI IN AFRICA: QUEL GENOCIDIO DI CUI NON SI PARLA MAI
Sopra (a falsi colori) e più in alto: Herero schiavizzati dai tedeschi, compreso i bambini
Articolo di Roberto Schena |
Sapete qualcosa delle colonie tedesche in Africa? No, naturalmente. Non è colpa vostra, ben pochi ne hanno scritto. Le grandi testate mediatiche, cartacee o tv, evitano accuratamente l’argomento. Il primo genocidio, scientificamente programmato, prima ancora degli armeni e degli ebrei, avvenne in Africa ad opera della Germania pre-nazista, ma con modalità sorprendentemente molto simili ai metodi hitleriani. Mentre gli altri genocidi del Novecento sono puntualmente ricordati, fra cui quello ai danni di cambogiani, ruandesi ed ex jugoslavi, quello degli Herero in Namibia è un episodio di cui poco si è parlato, sepolto nell’omertà internazionale. Eppure fu uno dei più feroci, un’autentica Shoà nera, quasi l’anticipazione di quella ebraica.
La Germania possedette, dalla seconda metà dell’800 fino al 1918, il Togo, il Camerun, la Namibia, l’Africa Centro orientale, corrispondente agli attuali stati di Burundi, Ruanda e Tanzania. Tutti insieme questi territori erano tre volte la Germania, che allora si chiamava Prussia. In queste aree coloniali, la Germania attuò un durissimo regime di schiavismo e segregazione razziale, poi ereditato dai razzisti sudafricani che avevano occupato la Namibia e contro i quali gli Herero dovettero lottare per tutto il secolo.
Impose ovunque il lavoro forzato, vasti lager per la popolazione e massacrò spesso i residenti. In particolare, nel 1904, la storia registra il primo genocidio del Novecento, attuato scientificamente con la popolazione dei Nama e soprattutto degli Herero: da 100mila persone furono ridotte a 25mila con la deportazione di uomini, donne e bambini nel deserto, fucilazioni, impiccagioni. La stragrande massa dei 100mila morì di sete e anche per l’avvelenamento dei pochi pozzi esistenti, attuata dai tedeschi nei territori aridi dove gli Herero vennero sospinti. Cadaveri furono trovati a oltre 10 metri di profondità, nel vano tentativo di trovare acqua.
Il 2 ottobre il generale von Trotha avvisò:
“Il popolo Herero deve lasciare il paese. Ogni Herero che sarà trovato all’interno dei confini tedeschi, con o senza un’arma, con o senza bestiame, verrà ucciso. Non accolgo più né donne né bambini: li ricaccerò alla loro gente o farò sparare loro addosso. Queste sono le mie parole per il popolo Herero”.
I sopravvissuti furono schedati e suddivisi in base alle loro capacità di lavoro, indi costretti a lavorare come schiavi per i militari e i coloni tedeschi. Fu la prima “soluzione finale”. Nei campi di concentramento la morte fu del 45%, maggiore dei peggiori lager del Terzo Reich.
In uno di questi, dal 1908, prese l’avvio una sperimentazione medica del tutto arbitraria, analoga a quella che sarà conosciuta come eugenetica nazista, con inoculazioni di germi di vaiolo, tbc e tifo, o sostanze come arsenico e oppio su centinaia di adulti e bambini, in particolare mulatti. Gli esperimenti furono attuati da un certo dottor Eugen Fischer, che “consigliò” il genocidio delle “razze inferiori”. Fischer divenne rettore dell’università di Berlino, dove insegnò medicina. Indovinate chi ebbe come allievo e braccio destro? Esatto, proprio lui, Josef Mengele, noto per gli esperimenti analoghi, se non peggiori, continuativi, nel lager di Auschwitz. Un altro personaggio chiave del colonialismo tedesco fu Heinrich Goering, padre di Hermann, il futuro gerarca. Tra il 1885 e il 1890 fu inviato da Bismark quale Commissario imperiale in Namibia, dove si distinse per il massacro di Boscimani.
Ovviamente, la Germania pullula di negazionisti di tali genocidi.
Ma il bello viene adesso. Nel 2001 gli Herero, che oggi vivono in Namibia, presentano istanza per ottenere dalla Germania un indennizzo. Si accorsero che Berlino non intendeva minimamente risarcire “perché troppo tempo era passato per interessare un tribunale tedesco”, mentre prima della Grande Guerra “non esistevano accordi internazionali contro il genocidio”. In compenso, nel 2004, centenario del genocidio, la ministra socialdemocratica alla Cooperazione allo Sviluppo, Heidemaria Wieczorek-Zeul, ha presentato formalmente le sue scuse. Il premier Schroeder e il presidente della repubblica Rau non spiaccicarono parola. La Wieczorek-Zeul sostenne che nessun indennizzo era dovuto (nemmeno ai Boscimani, massacrati dal padre di Hermann Goering), perché la Germania aveva già, a suo parere, ampiamente aiutato la Namibia con aiuti economici per la fantastica somma di 11 milioni di Euro in tutto.
Herero e Boscimani sono tra le popolazioni più povere del pianeta.
Da qui in poi: immagini di Herero ridotti alla fame e in schiavitù nei lager tedeschi |
Ammetto la mia ignoranza su questa vicenda, complimenti per il sito!