IL MUSEO DELL’ARTE RUBATA

Testo e videointervista a Salvatore Giannella di Roberto Schena
A cura di Esplorazione urbana n. 64.


Ecco il link del video: https://youtu.be/Efa4pEMwOYk

Prigionieri di guerra dimenticati. Sono 1651, di grande valore artistico e commerciale. Si tratta di opere realizzate da grandi, come Michelangelo, Tiziano, Raffaello, Canaletto, rubate dai soldati tedeschi durante l’occupazione e mai più restituite. 
La vicenda è, come al solito, poco nota, se ne parla niente o quasi. Non è mai stata aperta un’inchiesta, a riguardo, non sono mai cercati nemmeno i colpevoli. Non si sa nemmeno dove siano finite, se siano ancora in Germania, nascoste da qualche parte, oppure se siano finite negli scantinati dei musei russi, i quali si sarebbero a loro volta impossessati illecitamente del prezioso materiale durante l’occupazione della Germania. Non si sa se siano servite a finanziare la fuga dei criminali di guerra nazisti verso l’Argentina, un’ipotesi questa tutt’altro che peregrina dal momento che le SS avevano certamente accumulato interi tesori anche allo scopo di finanziare la loro fuga. Ma queste 1651 opere non sono state prelevate solo dalle SS, ci si è messo tutto l’esercito tedesco, galvanizzato dall’idea di Hitler di realizzare a Linz il museo più grande del mondo, con ben 16 milioni di opere, il più delle quali tolte ai paesi invasi, agli ebrei e ai prigionieri in genere.  

Salvatore Giannella

Un giornalista, Salvatore Giannella, in collaborazione con il Comune di Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, ha allestito questa “sala della memoria” da dove pendono i titoli delle opere trafugate, unitamente alle notizie loro riguardanti. La sede prescelta è un bel torrione seicentesco situato accanto a un complesso cascinale ben restaurato. 

Il torrione di Cassina de’ Pecchi
che ospita la “sala della memoria”

Una parte delle opere trafugate dai nazisti in Europa è stata restituita, ma tanta altra parte no. I musei tedeschi e austriaci contengono ancora parecchie centinaia di opere mai riportate indietro, sono in bella mostra, anche se nessuna delle nostre 1651 risulta fra quelle. I russi, invece, sono più furbi, quelle che hanno a loro volta trafugato ai tedeschi trafugatori le tengono nascoste e basta. Tuttavia, qualora decidessero di mettere in mostra almeno queste 1651 opere italiane (se sono loro a detenerle), sicuramente realizzerebbero uno dei musei più importanti del mondo per la preziosità degli oggetti contenuti, che non sono solo quadri, ma anche arazzi e violini Stradivari, il cui valore si misura in milioni di Euro per ognuno dei pezzi. 
In questa videointervista, Giannella spiega come l’iniziativa del Torrione sia un “urlo” affinché non si dimentichino questi prigionieri di guerra particolari. 
Un messaggio destinato soprattutto alle prossime generazioni perché riescano là dove i loro padri e nonni hanno fallito: ottenere la loro restituzione con un lungo, incessante lavoro. Giannella ricorda come il commercio di opere d’arte rubate sia il terzo per affari illeciti dopo il commercio di droga e armi. 

La postazione multimediale del MAIO è della start up milanese Streamcolors (www.streamcolors.com). Il loro è un lavoro originale e pionieristico, i visitatori che operano sul touch screen della postazione possono portare a casa una cartolina-ricordo con l’icona di loro gradimento



Alcune delle 1651 opere trafugate 
dai soldati tedeschi e mai più restituite


Canaletto, Riva degli Schiavoni
Michelangelo, testa di fauno
Tiziano, Venere

 




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