Lago di Varese, inquinamento folle e malgoverno leghista

  Antico regno di villaggi palafitticoli, ricchissimo di potenzialità economiche che il ceto politico locale, per sordida ignoranza, non vede, è un lago morto. Non si può nemmeno farci il bagno. E non si vede l’ombra di un progetto di recupero

Testo e videointervista al biologo Roberto Cenci di Roberto Schena

Del lago di Varese se ne parla molto poco, ma è uno dei maggiori laghi lombardi. Ed è uno dei più importanti nella Penisola, essendo il decimo per estensione, quindi non proprio l’ultimo specchio d’acqua. Ricchissimo di potenzialità che il ceto politico locale, in buona parte leghista, non vede. Attorno a questo bellissimo specchio d’acqua di 15 chilometri quadrati, antico regno di villaggi palafitticoli, ci sono 9 comuni con 25mila abitanti (più gli 80mila di Varese città) che da cinquant’anni non riescono a venire a capo di un terribile problema che affligge il loro lago: l’eutrofizzazione, una crescita spaventosa di alghe che si verifica ogni anno, rendendo le acque una sorta di maleodorante palude (o almeno sulla via di diventarlo).
Il lago è malgestito da Comuni e Regione, lo era anche dalla Provincia, quando esisteva, da decenni sempre a conduzione leghista, mentre lo Stato se ne disinteressa. Eppure, curarne le acque significherebbe rilanciare l’uso ludico-sportivo che ne farebbe la sua fortuna, anche in termini occupazionali e d’investimenti ecocompatibili.

tutti assenti

La videointervista è stata realizzata a Gavirate, nel Nord del lago di Varese. A descrivere la situazione è Roberto Cenci, docente all’Università degli Studi di Milano, dottore in Scienze biologiche e naturali, master in Diritto ambientale. Oggi, Cenci è consigliere regionale del Movimento 5 stelle,  che ha già raccolto 15mila firme per  il risanamento del lago, firme di cui ovviamente non si tiene conto. Non è possibile dire chi fa peggio,  dice l’esperto, certo la Regione Lombardia (altra conduzione leghista) e la Provincia a suo tempo, come al solito sono assenti in tutte le realtà ecologiche da difendere. Tali enti si sono rivelati ampiamente inadeguati. 
I pesciolini che si vedono nelle sue acque verso riva, sono pasto per le anatre, le uniche che qui stanno benone, ma i più dei pesci sono destinati a morire perché l’acqua contiene una quantità di sospeso che finirà nelle branchie e moriranno per asfissia. 
Giovanissimi canoisti australiani hanno qui la loro sede 

pericoloso bagnarsi

Nelle stesse acque è pure pericoloso bagnarsi. Le alghe non sono buone e generose con gli esseri umani, causano eritemi alla pelle e grossi fastidi intestinali. Si attaccano alle barche e alle canoe, rendono l’acqua verde-giallognola invece di azzurra e, al momento della grande fioritura estiva, rendono inguardabili e maleodoranti le sue acque.  Tale situazione riduce drasticamente le grandi possibilità economiche del lago, che è a mezz’ora da Milano. Diversamente, avrebbe molti più turisti, più associazioni sportive e più soldi per gestirne le difficoltà, dovute principalmente a un collettore fognario che durante le piogge straripa nel lago. 
Un vero peccato, uno spreco di risorse pazzesco, degno di una conduzione cialtrona. Già adesso, grazie alla calma delle sue acque, è meta di associazioni sportive, soprattutto di canottaggio (la federazione australiana manda qui ad allenarsi i suo ragazzi), ma se le sue acque fossero balneabili sarebbe tutt’altra musica. 

A cura di Esplorazione urbana, n. 63 – Il link del video: https://youtu.be/u4F8CH8Ke9c

 

Qui sotto le condizioni del lago di Varese 
al momento di massima eutrofizzazione delle acque

 




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