PIAZZA D’ARMI, BENE DA SALVARE

La Piazza d’Armi è uno spazio vasto quanto il parco Sempione 

Testo e videointervista di Roberto Schena

Esplorazione urbana n. 78

 

 Ecco il link del video: https://youtu.be/IL_RsYMjybE

Valeria Bacchelli, Associazione Le Giardiniere

L’Associazione “Le Giardiniere”, che da diversi anni si sta occupando della riqualificazione ecologica della Piazza d’Armi, ha chiesto formalmente alla Soprintendenza di Milano di apporre i vincoli di protezione ambientale sull’intera area, 400mila metri quadrati fra l’altro di proprietà statale. Infatti, un piano edilizio approvato dal Comune prevede la distruzione dell’intero parco rinaturalizzato per far posto a ben 4mila alloggi, di cui francamente non c’è alcun bisogno, dato che la gran parte delle nuove costruzioni non è più collocabile in un mercato ormai saturo di appartamenti e resta ormai disabitata.  Si sta combattendo contro la forza terribile della speculazione edilizia, attuata anche contro ogni logica e, purtroppo, con la giunta Pisapia consenziente. Il piano è demenziale.

 

Thomas Giglio, Lipu

Sandro Minniti, apicultore della Piazza d’Armi

La Piazza d’Armi è stato il primo aeroporto di Milano, fin da primo Novecento, sebbene allora non si chiamassero così. E’ qui, infatti, che l’ingegner Enrico Forlanini (1948-1930), milanese, sorta di Leonardo da Vinci del XIX secolo, costruiva i suoi avanzatissimi dirigibili (famoso divenne il “città di Milano”) acquistati dalla marina militare italiana e inglese. Pionieristici i suoi studi sull’elicottero e l’aliscafo. Nel 1926, Umberto Nobile, col suo dirigibile Norge partito da Ciampino e diretto, nel suo primo riuscito volo, al Polo Nord, fece scalo qui. Come documenta il video, ai margini della Piazza d’Armi c’è ancora, perfettamente restaurato, uno dei grandi laboratori fatti costruire da Forlanini, ne è testimone il “Museo Enrico Forlanini”, che inizialmente era ospite in questa sede, mentre ora si trova in altra parte di Baggio.   Il Comune e lo Stato non capiscono che questo è un vasto spazio da valorizzare, dove portare cittadini e scolaresche, da qui la richiesta di vincolare tutta l’area.  Anche perché ci sono molti altri soggetti direttamente interessati, che già ora vivono quel parco. Lo fa notare la Lipu, la Lega italiana protezione uccelli: nelle aree rinaturalizzate, come avviene per la Goccia della Bovisa, si è creata una popolazione comprendente un’avifauna composta da numerose specie, rarissime in città, ma qui abbondanti. C’è poi un grande allevamento di api, tra i maggiori della Lombardia, sicuramente; ci sono parecchi orti (molti da riassegnare secondo criteri equi), nonchè l’unico circolo del polo presente in città, il Milano Polo club, che ha spianato e trasformato in prato verde una bella parte dell’area, abbandonata da anni dall’esercito.   

La richiesta di vincolare l’area è appoggiata da tutte le associazioni ambientaliste nazionali e in particolare dal Fai, Fondo per l’ambiente italiano, alcune delle quali intervengono in questo video a più voci, notando come la Piazza d’Armi costituisca un importante lembo di natura penetrato in città. Fa parte del complesso sistema di parchi situato nell’ovest di Milano, comprendente Bosco in città, Parco di Trenno e Parco delle Cave, un sistema collegato direttamente al Parco Sud. 

Renato Bolongaro, Milano Polo Club

Il contesto dei parchi nell’ovest di Milano

Luca Bonetti, Fai

 




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