CARO SAVIANO, PROVARE A CAMBIARE DISCO?

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Sulla via Toledo

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Stazione metrò “Toledo”

 

Caro Roberto Saviano,

lasci sempre più perplessi i napoletani e noi che tali non siamo ma qualcosa abbiamo visto della città. Da Fazio sabato scorso lamentavi di essere «preso di mira perché dico la verità scrivendo di camorra». Fra te e Fazio un duetto di banalità mai visto. No, furbacchione, tu non sei criticato perché scrivi di camorra, come tenti di far passare, tutt’altro, ma perché da dieci anni ne scrivi escludendo il tessuto vero della società: la stragrandissima maggioranza della popolazione onesta, perché avvalori con frequenti interventi tra i vari media, il regno degli stereotipi, lo sputtanamento della gente a cui appartieni. Guadagni  milioni con la cessione dei diritti per film e fiction tv dove Napoli e la Grande Napoli appaiono asservite alle bande criminali, terre di nessuno, pianeti separati d’illegalità, sorta di metropoli sudamericana o africana, descivendola in continuazione ovuque ti trovi, senza futuro, senza speranza, incapace di far fronte ai suoi problemi.

Ora, premesso che nessuno nega l’eistenza di questi ultimi, diffondi il falso. Di omicidi, scippi e rapine ne avvengono come o anche meno che in molte altre rinomate metropoli europee, mentre gli abitanti sono mediamente più felici, sotto diversi punti di vista, di altre realtà italiane e continentali, magari più ricche ed economicamente stabili. Culturalmente, Napoli è una città imbattibile, da suscitare l’invidia di Londra e Parigi. Ma di tutto questo non c’è la benché minima traccia nelle cose che scrivi; eppure, grazie alla notorietà nazionale e internazionale da te raggiunta, molto potresti scrivere per rappresentare la realtà migliore, invece di vendere i luoghi comuni più tritri e ritriti, buoni solo a rassicurare chi vive altrove in situazioni più squallide senza che se ne renda nemmeno conto.

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Ingresso al Museo Madre

La cosa più grave è che tu liquidi come incostistente proprio la parte di popolazione più impegnata nella lotta sociale, muovendoti come un elefante in una cristalleria quando accusi, con netto anticipo, di fallimento la fragile ma fondamentale esperienza del sindaco De Magistris che ne è il simbolo più importante. Attendi almeno che concluda il suo mandato, prima di infangare. Anche perché tu, al contrario, non hai fatto nulla di concreto, a parte intascare molti soldi dallo sputtanamento di un’illustre città e delle persone oneste che vi abitano. Saresti un macigno posto sulla strada della rinascita di qualunque ambiente.

 

 

 

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“Filosofi”, Museo civico Filangeri




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