BREBEMI: AGRICOLTORI INFURIATI. IL CORRIERE “SCARICA” L’A35

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Così in prima pagina il Corriere on line di sabato 14 maggio 2016

Incredibile,  proprio l’angelo custode mediatico della Brebemi, il Corriere della Sera annuncia: la Brebemi-A35 è in largo passivo, ma gli amministratori si beccano un aumento del 20%  a beneficio dei loro già monumentali compensi. Dal 2012 i compensi erano già cresciuti del 70% e si tratta di cifre ragguardevoli, emolumenti che vanno dai 400mila agli oltre 600mila Euro netti. La cifra  va divisa tra il presidente Francesco Bettoni, l’ad Claudio Vezzosi, i 4 membri del comitato esecutivo e i 7 consiglieri. Tredici persone. Erano stati quasi dimezzati  nel 2012 scendendo dai 580mila euro del 2011 a 365mila euro, ma poi sono cresciuti in tutto del 70%. E poiché si prevede un soccorso del Ministero dei Trasporti pari alla somma di ben 320 milioni di Euro, anche il Corriere nota: la somma è così notevole che alla Ue sono lì lì per decidere se aprire una procedura d’infrazione.
Secondo gli accordi col Ministero, la Regione e i Comuni, infatti, i costi e la gestione avrebbero dovuto essere interamente a carico dei privati. Invece l’autostrada che collega Brescia a Milano con tutta probabilità finirà tra non molto a carico dello Stato tramite il Ministero dei Trasporti, fortemente impegnato, insieme alla Regione Lombardia, nella vicenda. Un’opera inutile e dannosa, alla fine, diventa indifendibile per chiunque.
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Il Corriere mostra le immagini dell’A35 deserta

La cosa altrettanto significativa del Corriere della Sera è che il giornale è sempre stato un impavido sostenitore della Brebemi, con frequenti articoli a favore anche contro ogni logica, ogni evidenza. Gli ultimi articoli sono di un mese fa, quando faceva notare che avere l’A4 intasata e la Brebemi deserta è un incomprensibile “paradosso”, oppure quando notava trionfalmente che il traffico era aumentato del 110% per  cui sarebbe stato un bene se si fosse proseguiti a costruire le altre megaopere stradali previste. Nella realtà, l’obiettivo di traffico da 60mila transiti effettivi al giorno, necessario per l’equilibrio finanziario della Società, è lontano dall’essere raggiunto: nel 2015 i transiti effettivi (cioè le auto che percorrono tutta l’autostrada A35) sono stati poco più di 23mila al giorno.

 Ora, non solo il Corriere pubblica un pezzo di grave accusa, ma addirittura le foto dell’autostrada deserta. Non era mai accaduto prima. Forse, avrebbe potuto aggiungere che le trecento aziende agricole espropriate, con notevoli danni al territorio e all’agricoltura, sono ancora tutte da risarcire. Con quali soldi? Con i proventi. Però i proventi non ci sono, dunque chi risarcirà mai gli agricoltori? La società Brebemi assicura che i soldi giungeranno agli agricoltori entro i primi mesi del 2017. E qualora non fosse in grado di coprire i costi? Con tutta probabilità interverrano le casse dello Stato. Da qui la puzza di bruciato che sale fino a Bruxelles.

In effetti, gli unici a guadagnare dalla nuova autostrata A35 sono gli amministratori che ogni anno vedono aumentare i compensi nonostante il bilancio in rosso. Gli agricoltori chiedono anche i danni per i terreni “tagliati” dal passaggio dell’autostrada, nonché dei mancati introiti per il terreno sottratto, a fronte di chi ritiene sia sufficiente liquidarli con il risarcimento standard degli espropri. Nelle aree imprigionare fra la Tav e la Brebemi, gli agricoltori non hanno visto un centesimo e non le possono nemmeno coltivare, perché fisicamente circondate dalla ferrovia in costruzione e dall’autostrada. «Ha quindi il sapore della beffa l’annuncio di lavori per altri 50 milioni di euro per una bretella fra Brebemi e A4 quando la società non ha neppure finito di pagare i terreni ingoiati dall’autostrada – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – E non stiamo parlando di una o due realtà, ma di circa 300 aziende agricole danneggiate». In provincia di Brescia nell’80% dei casi non è stato versato il saldo dei risarcimenti e a nessuno sono stati pagate né le aree intrappolate fra Tav e Brebemi né quelle per le fasce di mitigazione. Nella Bergamasca  un’azienda su due aspetta ancora i risarcimenti, mentre a Milano la situazione riguarda il 90% delle imprese agricole.

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A calcetto sulla Brebemi, video qua

In queste condizioni, la società Brebemi ha deciso di aumentare i compensi ai propri amministatori.  La Brebemi, nota alla fine  l’articolista del Corriere, Vittorio Cerdelli, “contattata in merito all’aumento dei compensi degli amministratori segnalato sul bilancio della società stessa, non ha voluto commentare”. Ormai gli amministratori non rispondono più nemmeno alla stampa di favore, a quella che li ha sempre sostenuti e che, preseumibilmente, anche per questo li ha mollati. Non è rimasto più nessuno a sostenere la Brebemi.



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