BREBEMI: AGRICOLTORI INFURIATI. IL CORRIERE “SCARICA” L’A35
La cosa altrettanto significativa del Corriere della Sera è che il giornale è sempre stato un impavido sostenitore della Brebemi, con frequenti articoli a favore anche contro ogni logica, ogni evidenza. Gli ultimi articoli sono di un mese fa, quando faceva notare che avere l’A4 intasata e la Brebemi deserta è un incomprensibile “paradosso”, oppure quando notava trionfalmente che il traffico era aumentato del 110% per cui sarebbe stato un bene se si fosse proseguiti a costruire le altre megaopere stradali previste. Nella realtà, l’obiettivo di traffico da 60mila transiti effettivi al giorno, necessario per l’equilibrio finanziario della Società, è lontano dall’essere raggiunto: nel 2015 i transiti effettivi (cioè le auto che percorrono tutta l’autostrada A35) sono stati poco più di 23mila al giorno.
In effetti, gli unici a guadagnare dalla nuova autostrata A35 sono gli amministratori che ogni anno vedono aumentare i compensi nonostante il bilancio in rosso. Gli agricoltori chiedono anche i danni per i terreni “tagliati” dal passaggio dell’autostrada, nonché dei mancati introiti per il terreno sottratto, a fronte di chi ritiene sia sufficiente liquidarli con il risarcimento standard degli espropri. Nelle aree imprigionare fra la Tav e la Brebemi, gli agricoltori non hanno visto un centesimo e non le possono nemmeno coltivare, perché fisicamente circondate dalla ferrovia in costruzione e dall’autostrada. «Ha quindi il sapore della beffa l’annuncio di lavori per altri 50 milioni di euro per una bretella fra Brebemi e A4 quando la società non ha neppure finito di pagare i terreni ingoiati dall’autostrada – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – E non stiamo parlando di una o due realtà, ma di circa 300 aziende agricole danneggiate». In provincia di Brescia nell’80% dei casi non è stato versato il saldo dei risarcimenti e a nessuno sono stati pagate né le aree intrappolate fra Tav e Brebemi né quelle per le fasce di mitigazione. Nella Bergamasca un’azienda su due aspetta ancora i risarcimenti, mentre a Milano la situazione riguarda il 90% delle imprese agricole.
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