Borghi abbandonati

CONTROPAESE: BORGHI ABBANDONATI DA MAPPARE

Spesso situati in luoghi a grande impatto naturale, isolati, è un’avventura raggiungerli. Sono un po’ il frutto del Bel Paese ballerino, soggetto a terremoti e frane del suo. Antonio Mocciola ha visitato ben 84 “città fantasma” e ne ha tratto una guida: l’altra faccia di casa nostra 

Fig. n. 1 in alto: Roghudi Vecchio 

Sono veramente tanti e al 99% antichi. Non a caso spesso hanno accanto al nome l’aggettivo “vecchio”. Significa che c’è stata un ricostruzione in una località vicina, ma la parte interessante dei paesi ricostruiti in aree più sicure restano quelle prossime al crollo e quindi abbandonate per sicurezza. Quando nella seconda metà del XIX secolo il più grande geologo del secolo, Antonio Stoppani (1824-1841), visitò la Penisola convincendosi di soprannominarla “il bel Paese”, da un celebre verso del Petrarca, qualche timore profondo lo ebbe ugualmente. Osservò con stupore, innanzi tutto, il gran numero di vulcani, attivi e soprattutto spenti, o presunti tali. Capì che il bel paese era “quasi la sintesi del mondo fisico”, ma contemporaneamente di trovarsi di fronte a una terra incredibilmente instabile.

Balestrino, Fig. 2

Nei secoli, cento borghi nascono, cento ne muoiono, travolti da terremoti, frane, alluvioni indipendentemente dalla mano dell’uomo, che certo da nessuna parte è stata leggera.  Potremmo visitarli tutti. Potremmo definirlo una sorta di “contropaese”, l’altra faccia di casa nostra, dove l’incertezza della natura la fa da padrona. Geologicamente parlando, siamo condannati a vivere al centro di un oceano che si sta chiudendo.

alcuni esempi

Craco, Fig. 3

Antonio Mocciola, in “Le Belle Addormentate”, sottotitolo alla riscoperta di un’Italia dimenticata, nei silenzi apparenti della città fantasma, ne ha descritti ben 84. Mocciola se le è viste tutte, una per una, le città di cui tratta. Ma non sono vere città. I borghi, in effetti, sono inizi di città. Prendiamone qualcuno a esempio. Balestrino (Fig. 2), nel Savonese, aveva perfino raggiunto una certa autonomia dalla Repubblica di Genova. Nel 1963 inizia a muoversi una frana che costringe il paese all’evacuazione. La periferia del borgo è ancora abitata da 600 persone decise a non mollare per non perdere il paesaggio unico in cui vivono.

Roghudi Vecchio (vedi fig. 1), in Calabria, è a 500 metri d’altezza da percorrere mediante salite ripide da far paura: il paesino è costruito a precipizio su una fiumara sottostante, le donne legavano una caviglia ai bambini per evitare loro il rischio di cadere giù. Evacuato per frana nel 1973. Lo scrive Antonio Mocciola, che non è un giornalista, è soprattutto uno scrittore dalla visione poetica, fa poca cronaca ma descrive chi incontra (se incontra) e che cosa gli ha detto.

Taranto Vecchia, Fig. 4

Craco (Fig. 3), 50 chilometri da Matera, è di fatto un’altra Matera, meno fortunata, senza anime se non quelle dei fantasmi, ideale sfondo di celebrati film d’epoca. C’è un castello con un meraviglioso torrione, un convento, una chiesa, un palazzetto baronale, una vista mozzafiato: tutto quello che deve avere un borgo pittoresco. Sono i luoghi di Cristo si è fermao a Eboli: Carlo Levi era confinato qui. Craco è un borgo morto dal 1963 per un pericoloso movimento franoso.

Sorprende la presenza di Taranto Vecchia (Fig. 4) in questo elenco di “città fallite”: la metropoli dei due mari, autentica gloria della Magna Grecia, oggi vede l’isola antica in totale decadenza: tutto è decrepito, tutto è pericolante, tutto è invaso, purtroppo, da sporcizia.  

sotto un manto di cemento

Schirò, Fig. 5

Schirò (Fig. 5), invece, è un paradosso. Si tratta di un borgo progettato durante il fascismo, stile moderno, una piccola Sabaudia destinata a ospitare i nuovi abitanti avvantaggiati dalla riforma agraria. Realizzato nel 1940, non decollò mai veramente per i pochi ettari concessi ai contadini, appena 4, troppo esigui per dare vita a un nuovo borgo. I intorno al 2000 chiuse definitivamente i battenti.

Altro progetto quantomeno discutibile lo si vede a Gibellina (Fig. 6), cittadina interamente distrutta dal terremoto del Belice, anno 1968. Lo scultore Alberto Burri (1915-1995) propose di stendere un lenzuolo di cemento sulle rovine, lasciando solo i vuoti delle vie. La proposta fu accettata, nella speranza che il nome altisonante dell’artista avrebbe attirato turisti. I lavori, non semplici, durarono dal 1984 al 1989, dovette intervenire l’esercito per dare una mano a seppellire le rovine del terremoto sotto un simile manto. Come se di cemento non ce ne fosse fin troppo, in giro.

Gibellina. Fog. 6

Piccoli borghi di un paese fragile, allora, luoghi dove è non è facile avventurarsi, anzi, spesso è un’avventura tentare di raggiungerli. Al di là delle località rinate grazie a interventi di risanamento, qui siamo in un mondo quasi tutto senza speranza. Siti impervi, “in culo al mondo”, si raggiungono dopo decine di chilometri di curve, spiega Mocciola e armati di molta buona volontà, di pazienza per ammirare l’incanto di un universo fermato a una data ora, un certo anno e da lì non si è più mosso.

L’ELENCO DEI SITI TRATTATI

La copertina del libro di Antonio Mocciola

Elenco dei borghi abbandonati, visitati e trattati da Antonia Mocciola nel suo libro-guida “Le belle addormentate – Alla riscoperta di un’Italia dimenticata”, Betelgeuse editore, 12 Euro

ABRUZZO : SANTO STEFANO DI SESSANIO – MORREA – BUONANOTTE –  FRATTURA VECCHIA – ROCCA CALASCIO – CASTIGLIONE DELLA VALLE – GESSOPALENA VECCHIA – BALSORANO VECCHIO – L’AQUILA CENTRO STORICO

CAMPANIA: ROMAGNANO AL MONTE – CASTELPOTO – SENERCHIA – AQUILONIA VECCHIA – CONZA DELLA CAMPANIA –  MELITO IRPINO VECCHIO – CALITRI – SAN SEVERINO DI CENTOLA – ROSCIGNO VECCHIA – TOCCO CAUDIO VECCHIO – POZZUOLI RIONE TERRA – APICE VECCHIA – SAN PIETRO INFINE

CALABRIA: ROGHUDI VECCHIO – CAVALLERIZZO DI CERZETO –  CIRELLA VECCHIA – NARDODIPACE VECCHIO – PENTEDATTILO

TOSCANA: CASTIGLIONCELLO DI FIRENZUOLA –  COL DI FAVILLA – CASTELNUOVO DEI SABBIONI – FABBRICHE DI CAREGGINE  – TOIANO

Romagnano

LOMBARDIA:  SAVOGNO – BORGO DEL CANTO – CONSONNO – ROVAIOLO VECCHIO

SARDEGNA: GAIRO VECCHIO –  LOLLOVE  – BOSA – ARGENTIERA – REBECCU

UMBRIA:  SCOPPIO – MONTE RUPERTO

LAZIO: GALERIA ANTICA –  CELLENO –   SANT’ANATOLIA – MONTERANO – NINFA – CIVITA DI BAGNOREGIO

SICILIA: GIBELLINA VECCHIA –  BORGO SCHIRO’ – SCURATI- NOTO ANTICA – POGGIOREALE

FRIULI VENEZIA GIULIA: PALCODA –  MOGGESSA DI QUA E MOGGESSA DI LA’ – POZZIS

BASILICATA:  CAMPOMAGGIORE VECCHIO – ALIANELLO VECCHIO – CRACO – MARATEA CASTELLO

VENETO: CALIFORNIA –  POVEGLIA – FUMEGAI

EMILIA ROMAGNA:  CERRETO CASTELLO – CASACCA – CA’ SCAPINI – CASTEL D’ALFERO

PIEMONTE: SALETTA DI COSTANZANA – RENEUZZI – NARBONA

TRENTINO ALTO ADIGE:   CURON VENOSTA – STRAMENTIZZO

Pozzuoli Rione Terra

 MARCHE: ELCITO – CASTELNUOVO DI AUDITORE

MOLISE: ROCCHETTA ALTA

LIGURIA: BUSSANA VECCHIA – TRIORA – BALESTRINO

 PUGLIA: TARANTO VECCHIA – ACCADIA

 VALLE D’AOSTA: MACHABY




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