… è opera di uno dei maggiori esponenti di “Novecento”, o del “realismo magico” in architettura. Per comprendere l’etimo della parrocchia bisogna rifarsi al tempo che fu.
Giovanni Muzio (1893-1982)
All’epoca dei romani, infatti, posti lungo la strada romana (l’attuale Via Novara) che collegava Milano con la Gallia, sono sorti, rispettivamente al quarto ed al quinto miglio da Milano, Quarto Cagnino e Quinto Romano. Tra i luoghi limitrofi figura Sella Nuova, l’antica Sala Nova, toponimo già attestato nel 1346 e riferito all’abitazione signorile che originariamente apparteneva alla famiglia Torriani. Prima di essere annesso a Baggio nel 1869, fu comune autonomo con le frazioni di Barocca, Linterno, Cassinazza, Creta e Maretto. La località detta “Creta” porta dunque questo nome da molto tempo, e sicuramente da molto prima di essere conglomerata nel Comune di Milano. In questo quartiere sorge un vero gioiello d’arte contemporanea: la chiesa di San Giovanni Battista alla Creta, opera di Giovanni Muzio,che si avvalse della consulenza artistica di Giacomo Manzù.
Questa in breve la sua storia
Fu progettata e costruita negli anni dal 1956 al 1958. La decorazione fu eseguita da artisti scelti alla Biennale d’Arte Sacra dell’Angelicum. Nei primi anni del dopoguerra, in quella che allora era una zona quasi disabitata, all’estrema periferia della città, fra Baggio e il Lorenteggio, sorse il “Villaggio svizzero”. Era costituto da un insieme di casette prefabbricate, donate dalla Svizzera per una provvisoria sistemazione di famiglie milanesi che avevano perso l’abitazione in seguito ai bombardamenti. Subito giunsero nella zona, per provvedere all’assistenza religiosa, i frati minori francescani. Svolgevano le funzioni in una baracca, finché gli eredi dell’imprenditore Giovanni Cabassi donarono un terreno e i mezzi per costruirvi una chiesa, affiancata dal convento, dai locali dell’oratorio e degli uffici parrocchiali. Un grande salone sotto la chiesa era predisposto per le riunioni.
I dettagli dell’opera
Nel 1958 gli edifici, progettati dall’architetto Muzio, erano ultimati. Poté così essere costituita una nuova parrocchia, che l’arcivescovo Montini, fututo Papa Paolo VI,inaugurò il 19 ottobre di quell’anno. Arrivando da via del Passero, si nota subito per la facciata sagomata come una vela tesa dal vento. Sulle pareti esterne (ma anche su quelle interne), una trama di mattoni ripete continuamente il simbolo del triangolo. E’ presente sul tabernacolo di tutte le chiese di rito ambrosiano, rappresenta la Santissima Trinità. Allegorica è anche la pianta dell’edificio, che segue la forma di un giglio e al tempo stesso di un calice. Il giglio come noto rappresenta la purezza, mentre il calice rappresenta il sangue di Cristo.
Sulla facciata, in mattoni a vista, i portali, il mosaico e il pulpito sporgente sono dello scultore Antonio Majocchi. Il pulpito, in particolare, ha una forma slanciata e raffigura, sui lati, i simboli dei quattro evangelisti: l’angelo per San Matteo, il leone per San Marco, il bue per San Luca e l’aquila per San Giovanni. Due sono i crocifissi esposti nella chiesa. Il primo, di legno, a destra dell’entrata, si trova nell’atrio della chiesa, e risale alla scuola lombarda del Quattrocento. Il secondo, invece, è di bronzo, opera di Angelo Bianchi, premiata alla Biennale di Venezia del 1958, e si trova nel presbiterio.
Quattro affreschi e il Battistero
A lato del presbiterio stesso si trovano quattro pannelli di legno, opera del Majocchi, che raffigurano i quattro evangelisti. Notevoli sono poi gli affreschi. Di Silvio Consadori è il San Francesco circondato dai Patroni del terz’ordine francescano e Ludovico ed Elisabetta. Di Mario Donizetti è il Sacro Cuore con i Patroni della Gioventù Maschile. Di Pompeo Borra è la Storia di Sant’Antonio, nell’omonima cappella. La decorazione del soffitto è di Mario Zappettini. Lorenzo Pepe è autore di due sculture: il Battistero, che si trova a sinistra, entrando, nell’atrio della chiesa, e la Deposizione, che si trova nella cappella mortuaria. In quest’ultima ha diritto di sepoltura la famiglia Cabassi, finanziatrice della costruzione della chiesa; la cappella non è però aperta al pubblico.
Sarebbe da gestire molto meglio Quinto Romano, rendere i marciapiedi più accessibili , rendere efficiente l' ufficio postale di Caldera con personale all' altezza loro […]
secondo voi è possibile che Milano inglobi (facendo propri quartieri) ulteriori cittadine ora presenti nella prima fascia? Ad es. Novate Milanese, Bresso, Rho ecc
La nostra Azienda A.Salvi&C SPA è in Bovisa in via Cosenz 32 dal 1942. Oggi,mio nonno fondatore della Società nel 1920 non riconoscerebbe il quartiere […]
Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti al fine di analisi statistiche. Se accedi a qualunque elemento al di sopra di questo banner acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi saperne di più e negare il tuo consenso a tutti o ad alcuni cookie presenti in questo sito clicca sul link: leggi di più. OkLeggi di più
There are no comments
Add yours