Ricostruzione della torre del Filarete

IL MODELLO IN LEGNO DELLA TORRE DETTA “DEL FILARETE”

Progettato da Luigi Beltrame in legno e tela sulla base di dipinti quattrocenteschi, doveva servire da quinta provvisoria per una cerimonia pubblica. Piacque a tal punto ai milanesi che decisero di erigerla in muratura, salvando il castello da una brutta fine…
La fotografia grande, in alto, è del tardo Ottocento, ritrae la “dima”, ossia il facsimile in legno, della quattocentesca Torre del Filerete, importante architetto toscano (1400-1469) “arruolato” dagli Sforza per completare il castello ducale. Tale fotografia fu spesso stampata su cartoline d’epoca e variamente datata, ma si tratta di un modello in legno della torre principale, quando non ancora non esisteva l’attuale. 

Le condizioni del castello prima dei restauri diretti da Luca Beltrame

SPARITA PER QUATTRO SECOLI

La torre originale fu eretta nel 1452. Adibita ad armeria dagli occupanti francesi, crollò nel 1521 a causa di un soldato francese che per errore fece esplodere una bomba. Quattro secoli dopo, nel 1893, fu chiesto all’arch. Luca Beltrami (1834-1933), senatore del Regno, di ricostruila come una quinta teatrale, in legno e tela. Alta ben 45 metri, fu eretta in occasione di uno spettacolo di illuminazione per il “gran Premio del Commercio”, tenuto il 20 maggio 1893. Crollata a sua volta due giorni dopo, aveva colpito a tal punto l’immaginazione dei milanesi che fu comunque chiesto a Beltrami di rimetterla in piedi,  stavolta in muratura. E allo scopo fu lanciata una sottoscrizione pubblica.

 
Dal Corriere della Sera del 17 maggio 1893:
“Sabato sera [20 maggio 1893] vi sarà, come dicemmo, la grande illuminazione del Castello, che dovrebbe riuscire di un bellissimo effetto. Essa rappresenterà l’antica facciata Sforzesca con la torre del Filerete della quale ci siamo occupati l’altro giorno. Questa facciata fa parte del progetto di ricostruzione al quale attende l’on. Beltrame. Il Castello sarà illuminato alla veneziana con più migliaia di lumicini colorati. Saranno in ugual modo illuminati la piazza Castello , la via Dante, la piazza Ellittica [piazza Cordusio] e la via Mercanti”.
 
La finta torre avrebbe dovuto essere rapidamente rimossa, tuttavia l’interesse fu notevole e si pensò di conservarla ancora un po’, ma un paio di giorni dopo, il 22 maggio,  quattro adolescenti si divertirono ad arrampicarvisi e, complice un forte vento:
“Improvvisamente si udì uno schianto: in una scossa più forte delle altre, i grossi pali si spezzano e la torre si rovesciò contro il tetto e il portone del Castello. (…). La torre andò tutta in frantumi”. (Corriere della Sera del 23-24 maggio 1893).

Torre Filarete in costruzione

RICOSTRUZIONE FILOLOGICA

La quinta teatrale non aveva retto il loro peso. I quattro ragazzi furono fortunati, a parte qualche ferita superficiale non si fecero troppo male (e chissà quante volte raccontarono la miracolosa vicenda).  L’eco del crollo si sparse per la città e, come succedeva sempre, di orecchio in orecchio fu ingigantita. A tal punto che molti credettero che a crollare era stato il Castello.

Poiché i progetti originali del Filarete erano andati perduti, la ricostruzione intesa dal Beltrami avvenne sulla base di diverse raffigurazioni coeve:  lo sfondo di una Madonna con Bambino di Francesso Napoletano, scuola leonardesca (oggi custodita all’interno del Castello), un  affresco presente nella cascina Pozzobonelli, di cui sopravvive un bellissimo lembo in piazza Luigi di Savoia, altre costruzioni tipiche, quali la torre del Castello di Vigevano, quasi identica, e altre sparse per la campagna milanese, di una significativa è a Cusago, purtroppo in non buone condizioni. Il disegno del Filarete, che in pratica prevede tre torri sopra l’altra, va ricordato, fu esportato a Mosca da Pietro Antorio Solari, che costruì la celeberrima Torre Borovitskaja, l’ingresso al Cremlino di Mosca.
Luca Beltrami, che salvò il castello dalla folle demolizione prevista dai piani comunali, curò anche i restauri dell’abazia di Chiaravalle dopo un secolo di devastanti distruzioni e maltrattamenti. Ebbe la sua residenza estiva a Ronchetto sul Naviglio, in villa Corio, sempre quattrocentesca.

Il progetto di ristrutturazione di Angelo Colla, del 1882

La foto d’epoca è di Giovan Battista Origoni, “Allestimento della maquette della torre detta del Filarete”, maggio 1893, aristotipo, CAFMi, inv. RLB 2213/A



There are no comments

Add yours