NUCLEARE UE, MULTINAZIONALI AL CONTRATTACCO

La centrale nucleare di Unterweser, in Germania, gestita da E.ON, ormai chiusa

 

 

Le multinazionali del nucleare battono cassa. Dopo la catastrofe del reattore di Fukushima in Giappone,  la Germania ha proceduto alla chiusura di otto reattori la scorsa estate e ha accelerato il programma di chiusura per i restanti nove, che devono cessare di funzionare entro il 2022. La decisione però non è stata presa bene da diverse società impegnate a gestire il nucleare germanico. 
Il gruppo E.ON AG, la più grande utility di distribuzione energetica della Germania,  al tempo stesso la più importante multinazionale nella produzione di energia, chiede al tribunale che le sia riconosciuto un risarcimento di ben 8 miliardi di Euro. Anche altri partner privati coinvolti nella gestione delle 17 centrali nucleari tedesche hanno chiesto risarcimenti, il tutto per un totale di 15  miliardi.  
L’energia prodotta o gestita da E.ON proviene per il 52% dal nucleare in centrali di diversi paesi (in 4 delle 17 in Germania) sebbene sia una delle aziende leader mondiali anche nel campo delle energie rinnovabili; l’azienda ha sempre sottolineato che il suo intento non è andare contro una maggiore attenzione del governo alle energie rinnovabili, ma ritiene che i suoi diritti di proprietà siano stati violati dalla decisione di abbandonare il nucleare, per i mancati guadagni di oggi e del futuro. L’abbandono o comunque il ridimensionamento del nucleare in varie parti del mondo dopo la catastrofe di Fukushima, avvenuta l’11 marzo 2011, ha già comportato il licenziamento di circa 10 mila dipendenti E.ON  sugli oltre 70 mila che ne aveva in varie parti del pianeta. Ancora nel 2010, E.ON e la francese GdF Suez avevano siglato un’intesa per gestire l’ormai improbabile nucleare italiano in concorrenza con Enel.

Greenpeace protesta contro la E.ON che gestisce il nucleare finlandese

In realtà, è in atto una pesante strategia per imporre di nuovo l’energia atomica in Europa. Anche la società svedese Energy Vattenfall ha citato in giudizio la Germania per lo stesso motivo. La richiesta dei danni, inoltrata a  Washington, è di 4,7 miliardi di Euro a titolo di compensazioneVattenfall è una delle più grandi aziende energetiche in Europa, ma  ha grossi problemi finanziari e non può permettersi di perdere altri clienti. Non fidandosi dei tribunali germanici, ha optato per  un arbitrato internazionale, con sede negli States. Si tratta, in sostanza, di un tribunale privato e segreto dove il gioco è truccato in partenza: le udienze  si svolgono a porte chiuse e l’orientamento è comunque sempre a favore degli investitori, con avvocati e consulenti aziendali spesso in qualità di giudici. Sono gli stessi “tribunali” che si vorrebbe imporre con il trattato trans-atlantico TTIP fra Europa e Usa: prevede arbitrati segreti che permettano alle multinazionali di citare in giudizio gli Stati qualora realizzassero perdite di utili presenti e future, nonché di aggirare le leggi dei tribunali nazionali. La logica è: basta avere i soldi che tutto si può fare e avere in ogni angolo del pianeta. 
E’ chiaro che se in queste contese dovessero prevalere le multinazionali, l’intera politica di riduzione del nucleare avviata in sede europea sarebbe messa in discussione. In Europa i reattori sono  148. 

La centrale nucleare di Brokdorf, in Germania, gestita da E.ON
La centrale a carbone di Maasvlakte (Rotterdam) gestita da E.ON

 




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