L’UE, LA BREBEMI E IL “PROJECT FINANCING”

Olimpiadi, Expo ed altre kermesse. Come anche Expo insegna, gli investimenti privati in queste occasioni non mancano mai, sono sempre ingenti: Copertina-libro-Anatomia-di-una-grande-opera-Edizioni-Ambientel’evento di una “grande opera” è così costoso che i capitali privati sono addirittura invocati dalle amministrazioni pubbliche per compensare la costruzione d’infrastrutture ritenute, talvolta a ragione, ma non sempre, carenti. Con Expo sono riusciti a far passare progetti discutibili e costosi da realizzare: Teem, Brebemi, Pedemontana, la cui utilità è minima e il danno all’economia rurale e all’ambiente  immenso.

Per comprendere come funziona un simile meccanismo, pernicioso e perverso, è consigliabile la lettura di un piccolo-grande libretto di Roberto Cuda, eccellente giornalista d’indagine, edito da Legambiente, Anatomia di una grande opera. Il punto è che tali capitali privati, necessari alle grandi opere, sono invocati sempre con lo Stato nella veste del mallevadore. In sostanza il meccanismo è il seguente: l’alta finanza mette miliardi di Euro  a disposizione dei costruttori (nel caso delle autostrade lombarde è sempre Banca Intesa), nella certezza che li recupererà con i guadagni futuri una volta realizzata l’opera, il che però di fatto regolarmente non si verificherà.

I controlli europei riguardo le procedure, nonostante i contributi di Bruxelles spesso non manchino, sono di fatto inesistenti sia durante la progettazione,  sia dopo. Regione e Parlamento e Governo invece di avviare severe verifiche, caldeggiano i nuovi interventi limitandosi a chiedere qualche opera di “compensazione”. A lavori terminati, dopo un anno o due di gestione fallimentare, quando ci si rende conto del buco di bilancio,  subentra lo Stato garante, il quale non potrà fare altro che accollarsi l’intero fardello restituendo alle banche creditrici i soldi investiti (anche per non farle fallire!), ovviamente maggiorati dagli interessi e dalle prebende per i “manager”, sempre molto sostanzione, mai sotto i 500mila Euro annuali. Questo meccanismo contemporaneamente finanzia la politica e a dire la verità non è solo nostro, è europeo. A Bruxelles come altrove, Italia compresa, lo chiamano project financing.

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