Olimpiadi Milano Cortina

OLIMPIADI 2026: AVVERTENZE AI MILANESI (E NON SOLO)

Dalla Lombardia al Veneto, passando per Milano, la Valtellina, il Trentino fino a Cortina d’Ampezzo, è tutto un esultare. Ma c’è poco da stare allegri: più che la montagna, ci guadagneranno l’allegra coppia Cemento & Asfalto

le olimpiadi invernali non servono: 

– a migliorare le condizioni disastrose della montagna, soprattutto in Veneto e in Valtellina, anzi probabilmente le peggiora con un ulteriore assalto del cemento (vedi sotto “bolla immobiliare”); 
– alla Valtellina, già invasa dal cemento (Livigno è un posto orrendo, sembra un paese-supermarket);
– a migliorare la vivibilità della città di Milano, se non i percorsi turistici già noti e frequentati e già super lustrati, ancorché carissimi. Il resto della città continuerà a rimanere squallido e insignificante;
– a bloccare i consumo di suoli nell’area milanese, anzi, sulla scia dell’entusiasmo generale, le olimpiadi saranno un invito a metterli maggiormente a rischio di cementificazione;
– a migliorare gli impianti sportivi di quartiere a uso della popolazione, funzionanti tutto l’anno, nel loro complesso.

La scusa delle olimpiadi in genere serve:

La dislocazione degli eventi e delle gare

– a rifilare un paio di autostrade inutili, devastanti, costose e in rosso perenne;

– a infilare svincoli, sottopassi e nuove strade urbane che l’ordinaria amministrazione non approverebbe;
– ad aumentare a dismisura, con il sistema delle varianti, la quantità di cemento come in un normale Ptg non sarebbe consentito;
a sostenere le bolle immobiliari, in specie a Milano (occhio perché prima o poi qualcuno resterà col cerino in mano e potrebbe avvenire proprio poco dopo la chiusura delle olimpiadi);
– ad aumentare il costo di affitti e appartamenti, il carovita in genere;
– a pagare tangenti più alte del solito ma più facilmente occultabili nel contesto dei numerosi appalti occorrenti a una kermesse mondiale;
– a rimpinguare sensibilmente in modo illegale le casse dei partiti;
– a favorire il trasferimento di ingenti quantità di risorse e proprietà pubbliche nelle mani dei privati;
– a destinare gli investimenti pubblici non ai quartieri degradati, ma in strutture di lusso a uso di una popolazione ristretta e già privilegiata;
 – Con le olimpiadi 2026, “Nuovi grattacieli arricchiranno Porta Nuova e CityLife, mentre interi pezzi di città saranno in trasformazione (cit. Corriere.it 25.6.2019). Va bene ma la montagna che cosa c’entra?

Tutto per l’immagine

Nessuno più parlerà di quartieri, scuole, uffici degradati, solo di rinnovare gli sci, gli scarponi, i caschi, i bastoncini, insomma la moda sciistica ultimo grido, di investimenti per le gare sulla neve.
Tutto questo per uno o due punti in più di Pil (c’è chi dice 3) e 36mila presunti posti di lavoro, ma sono vantaggi che potrebbero essere ricavati, all’opposto, con una maggiore cura del territorio.

Le olimpiadi portano degli squilibri fortissimi ovunque si tengano. Non è un caso se sono pochissime le città che si candidano per ospitarle, soprattutto quelle invernali. 

Effetti del consumo di suolo e della cementificazione delle montagne




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