Paura dello smart working

“SMART WORKING”, PERCHE’ SALA LO TEME COSI’ TANTO

Il sindaco di Milano non ci ha mai creduto. Anzi, ha sempre favorito un’idea di metropoli in espansione demografica ed edilizia. Oggi è in braghe di tela: la pandemia ne ha rivelato la fragilità. E con il passaggio al sistema 5G gli sarà molto difficile impedire la bolla immobiliare
La giunta di Milano dovrebbe esprimere un indirizzo di sinistra, legato all’ecologia e alle necessità primarie della popolazione meno abbiente,  largamente trascurate dalle precedenti giunte. Una cultura che guardi avanti e non si fermi a lustrarsi gli occhi di fronte alle realizzazioni edilizie in verticale, tutte, ma proprio tutte per ceti danarosi. Beppe Sala è invece un sindaco attaccato a un modus operandi da XX secolo, basato cioè sui due capisaldi della rivoluzione e dell’espansione industriale: sviluppo edilizio e aumento della popolazione. 

su che cosa puntava sala

Punto 1) sull’investimento edilizio residenziale e terziario d’immagine. 
Punto 2) Per ottenerlo deve chiamare residenti dalla metropoli, dalla regione e anche fuori regione. 

Foto Claudia Reali

Punto 3) Su un aumento costante della popolazione di censo il più elevato possibile. L’assessore all’Ubanistica Maran lo ha detto molte volte che non ha intenzione di contenere il numero degli abitanti e anzi di voler assecondare questo andamento. Quindi
Punto 4) niente case popolari, nemmeno una, mentre il patrimonio esistente nelle periferie si degrada a vista d’occhio. Tutt’alpiù si parla di “housing sociale”, che vuol dire tutto e niente, anzi, nel caso degli ex scali Fs si specifica “solo per studenti”. E’ un implicito invito ai ceti meno abbienti ad andarsene da Milano. Si punta a una città fortemente classista. 
Nonostante il prossimo passaggio al sistema 5G, Beppe Sala escludeva già da prima della pandemia e a priori lo smart working, ne ignorava l’esistenza, o fingeva, questa è la cosa da sottolineare. Non ci ha mai creduto. Come mai? Perché limita la quantità di nuova edilizia. O non la incoraggia, lo sanno anche i sassi. Ed ecco che un’imprevista pandemia ha imposto un modo rigorosamente diverso di lavorare, utilizzando i pc da casa. Sono emerse le insufficienze di fondo di una simile impostazione. Pandemia imprevedibile? Certo, ma quella che è mancata è la visione lungimirante del lavoro da casa, della mobilità ridotta per contrastare i costri crescenti dell’urbanizzato, cose di cui si parla da anni e che avrebbe potuto attutire il disastro del lockdown.  

programma di sinistra al contrario

La città di Sala
Punto 5)  si divide in quartieri paria e in quartieri nuovi di prestigio, molto più curati anche dall’Amministrazione. Tertium non datur, chi abita nelle fasce intermedie deve essere indotto a passare a questi ultimi in modo da ricreare in continuazione la domanda di espansione edilizia (vedi caso di via Tolstoj). 
Punto 6) prosegue senza sosta l’eliminazione del verde rurale residuo e del suo contenuto storico, sulla soppressione de facto della Soprintendenza per favorire il passaggio delle aree alla speculazione edilizia. Vale la definizione della giunta di Sala come giunta di “cementosinistra”.

Foto Claudia Reali

Punto 7) promuove tendenzialmente l’ingrandimento commerciale della movida (diventata una vasta piazza di spaccio) per tenere alti i prezzi e soprattutto… 

Punto 8) è alla ricerca continua di kermesse internazionali (tipo olimpiadi etc). 
Punto 9) Tutto ciò richiede un alto turn over degli affitti pro week end in stile Airbnb (ricordate che Airbnb è una multinazionale che si becca alte percentuali esentasse avendo sede in Olanda).
Punto 10) Infine, lo abbiamo sentito da lui: sulla resistenza allo smart working, ormai il peggiore nemico dell’intera impostazione di Sala.  Se ci saranno danni di una disoccupazione improvvisa, dipenderà dagli errori derivati dal non prendere atto della necessità di arrivare alla riduzione generalizzata delle ore di lavoro. 

bolla immobiliare (alla Ligresti)

Sala è in perfetta continuità con Albertini e Moratti, le cui giunte hanno teorizzato, imposto uno sviluppo di vecchio tipo, da XX secolo, portando il numero teorico dei possibili residenti dagli attuali 1 milione 300mila a 2milioni 200mila. La giunta Pisapia l’ha poi ridotto a 1 milione e 800mila, ma cambia poco. Sala adesso vede avanzare lo spettro della bolla bolla immobiliare, il sistema economico  non può più ignorare i vantaggi del lavoro da casa. Il meccanismo si è messo inesorabilmente in moto e nessuno lo può fermare, sospinto com’è dalla riduzione dei costi. Va ricordata a questo punto un’altra figura determinante nella città degli anni 80, Salvatore Ligresti. Al costruttore le giunte di sinistra di allora consentirono varianti al Prg per volumetrie a terziario che una volta costruite dopo i primi anni rimasero completamente vuole: decine palazzi di vetro scintillante usati poco o addirittura mai.

Alcune delle torri Ligresti rimaste quasi compeltamente vuote . ormai da decenni, Qui via Ripamonti

Le volumetrie concesse si rivelarono eccessive con la comparsa di Internet. L’uso progressivo della rete ridusse a mano a mano il fabbisogno di vani già allora, negli anni 90, causando il clamoroso fallimento dell’azienda appartenente al palazzinaro siciliano. E le potenzialità delle rete non sono ancora sfruttare al meglio, la rivoluzione vera deve ancora arrivare, il passaggio al sistema 5G è alle porte.
E’ esattamente quello che potrebbe accadere alle aree terziarie di nuova costruzione, dagli ex scali Fs a City Life o Porta Nuova, perfino: funzioneranno per i primi anni, poi vani vuoti.
Anche la foto grande d’apertura è di Claudia Reali, immagini “prese in prestito” dal sito di Radio Popolare
POST SCRIPTUM 
En passant si potrebbe notare che Sala non ha ancora detto di volersi ricandidare, né il Pd lo presenta ancora come tale, non è scontato insomma. La candidatura del Pd, data per scontata fino a pochi mesi fa, ora non è più certa.
A settembre decide, ma un ronzio nell’orecchio mi dice che Sala farà come Pisapia, non si ricandiderà, lasciando la sinistra senza personalità di punta. Questa volta potrebbe perdere la città, la sinistra-sinistra non è più disposta ad appoggiare candidati come l’ultimo sindaco. Il quale lascerà al successore una serie di grandi cantieri potenziali ma tutti da verificare col post pandemia, un Ptg vecchissimo e una città periferica molto più degradata, al limite dell’ordine pubblico.



C'è 1 Commento

Add yours

Post a new comment