Jesse Owens with Luz Long, 1936

Luz e Jesse, due campioni di lealtà sportiva e lotta al razzismo

La storia dell’amicizia fra Luz Long e Jesse Owen, divenuta un simbolo mondiale. Nacque fra le piste dello stadio berlinese nel 1936 (sotto gli occhi di Hitler), ma mentre il secondo è ricordato ovunque, il primo, che riposa dal 1943 in Sicilia, è ingiustamente dimenticato

Il momento in cui Luz spiega a Jesse dove deve battere il piede prima del salto

Questa amicizia nacque nello stadio di Berlino durante le olimpiadi 1936 sotto gli occhi di Hitler, Goebbels e Goering. Durò fino a quando uno dei due morì in guerra nel 1943. Sono il tedesco Luz Long e l’afroamericano Jesse Owens, ambedue atleti del salto in lungo. Luz notò che Jesse, dopo due tentativi andati male, appoggiava il piede troppo vicino al limite di battitura del piede: parlando in inglese, gli consigliò di farlo arretrando di 30 cm. Jesse seguì il consiglio e così Luz perse la medaglia d’oro, accontentandosi di quella d’argento. Luz e Jesse parlarono spesso in quei giorni, li si vedeva sempre vicini mentre si esercitavano e gareggiavano in campo tra varie squadre, strinsero amicizia. Luz fu il primo a complimentarsi con lui. Alla fine Hitler (contrariamente a quanto viene riferito e cioè che dovette andarsene per non doverlo omaggiare) gli riservò un saluto con la mano e un cenno di capo.

FOTOGRAFATI INSIEME

Luz e Jesse a braccetto come vecchi amici sotto lo sguardo di Hitler

Questa e altre foto molto belle che ritraggono i due in rapporti molto cordiali, anche a braccetto, le trovate in rete. Sono state scattate proprio dal fotografo ufficiale di Hitler, Heinrich Hoffmann (un grande professionista, lo stesso che gli presentò Eva Braun). Hoffmann rimase colpito dalla storia e dai contatti tra i due, ingenuamente ignari della tensione esistente in quel momento fra Usa e Germania. In questa foto che ho pubblicato qui sotto li si vede molto affiatati. Tali fotografie fu possibile vederle solo parecchi anni dopo la guerra quando gli americani, che avevano sequestrato a Hoffmann l’intero suo archivio quale materiale di guerra, decisero di pubblicarle nonostante fossero e sono ancora oggi protette da copyright. La Leni Riefenstahl, fotografa e regista ufficiale dell’olimpiade, per non disobbedire al razzismo nazi, evitò sempre di documentare l’amicizia fra i due e di ritrarli insieme.

MANDATO IN PRIMA LINEA

Luz e Jesse si scrissero fino a quando poterono, l’ultima lettera è del 1942. Il primo rimase ucciso vicino al castello di Biscari in combattimento il 14 luglio 1943, durante l’arretramento di fronte allo sbarco americano in Sicilia. Luz, trentenne, era della Riserva, non è chiarissimo perché sia stato mandato in prima linea. In genere ai campioni sportivi i Governi evitano destinazioni così pericolose per non rischiare di deprimere la popolazione, di cui sono beniamini, con la notizia della loro eventuale caduta.

Jesse e Luz sul podio

Jesse a Berlino vinse 4 medaglie d’oro e per questo è ricordato non solo come uno dei più grandi atleti del mondo, ma anche come icona della lotta al razzismo. Sempre nel 1936, il presidente Roosevelt si rifiutò di riceverlo per non turbare il consenso elettorale a suo favore negli stati del Sud. Jesse per ripicca appoggiò il candidato repubblicano (che perse). Dopo la guerra aiutò la moglie e il figlio di Luz. L’amico tedesco nell’ultima lettera gli aveva infatti manifestato la preoccupazione di non poter tornare dai suoi congiunti e dal figlio che in pratica non aveva conosciuto il padre.

IL RICORDO A MOTTA SANT’ANASTASIA

Jesse visse fino al 1980. Quattro anni dopo, Berlino gli dedicò una strada vicina allo stadio.
Anche Luz l’avrebbe meritata. I suoi resti riposano nel cimitero tedesco di Motta Sant’Anastasia. C’è anche un bel video piuttosto commovente (https://www.youtube.com/watch?v=LJ8BDWVyhTk&t=5s) che mostra il luogo. Purtroppo ci sono le immagini di lui sul podio n. 2 mentre compie il saluto nazista col braccio teso, un gesto tassativo, reso obbligatorio dal regime che così ha appannato il suo ricordo. Tuttavia, la Sicilia e l’Italia sono onoratissimi di ospitare le sue ceneri, forse Luz meriterebbe di essere ricordato meglio, se non altro per la straordinaria lealtà sportiva e il sostanziale antirazzismo in tempi in cui non era per niente facile esserlo e dirlo.



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