SCALI FS, SI ESPRIMANO I CITTADINI

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Anita Sonego

Il pasticcio delle aree ferroviarie dismesse, oggetto di un piano di recupero da parte della giunta comunale, deve essere spiegato bene alla gente perché  ne va del futuro della città. Ci prova, con parole semplici, Anita Sonego, consigliere comunale della Sinistra per Pisapia in questa videointervista. Per dare un’idea della speculazione immensa, afferente solo ai peggiori precedenti, della cui promozione  la giunta Pisapia si è resa incredibilmente responsabile (complice un paio di assessori all’Urbanistica a dir poco incompetenti), basti pensare allo Scalo Farini. L’area è a ridosso di Porta Nuova, una zona già molto costruita, riempita di grattacieli. Ebbene, qui si vuole realizzare, in accordo con Trenitalia, un’altra Porta Nuova di grattacieli, la sua continuazione.  É così che si fa urbanistica, oggi? Alzandosi una mattina e decidendo che una metropoli non ha abbastanza grattacieli?

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Gli scali ferroviari interessati al progetto della giunta

Link del video: https://youtu.be/ZK-MX4l34sw

Con il progetto della giunta si sarebbe dato vita, dove oggi c’è lo scalo Farini, a una sorta di  Manhattan  senza nemmeno l’oasi di un “Central Park”, senza nemmeno un polmone urbano, di cui una metropoli così fortemente urbanizzata e inquinata ha necessità; il parco centrale di New York è vasto 3 chilometri e mezzo, quando il nostro maggiore parco urbano in area non periferica, il Sempione, non raggiunge i 400mila metri quadrati. Ma poi: a chi servano tutti questi grattacieli, per lo più inoccupati, invendibili (o vendibili solo agli arabi, i quali non si è capito bene che cosa ne vogliano fare) che spuntano come funghi senza che alla base vi sia uno sviluppo economico interessato a lavorarci, ancora deve essere spiegato. Dappertutto, ovunque vi siano aree libere, è decretato il cemento: alla Goccia, nella Piazza d’Armi, sugli scali ferroviari, sulle aree delle caserme dismesse. Il totale supera di gran lunga il milione di metri cubi, nessuno ha capito esattamente quanti saranno, si sa solo che saranno tantissimi, se non si ferma l’andazzo.  La giunta Pisapia non è riuscita a ribaltare la condizione di una città celeberrima per la mancanza di verde all’interno dell’area urbanizzata. Ecco perché alcuni esponenti della maggioranza, come Basilio Rizzo, Roberto Biscardini e la stessa Sonego,  hanno votato contro il piano per il recupero degli scali. «Occorre un piano complessivo che tenga conto non solo di questi ultimi, ma anche delle caserme dismesse, occorre un pensiero, un’idea di che cosa si vuole fare della città, dice la Sonego».

Solo nelle zone dei Navigli-Porta Genova e Porta Romana il piano della giunta cerca di dare valore agli edifici più o meno dismessi da recuperare, dovrebbero essere adibiti al mondo della moda e del divertimento, dello svago, al dopolavoro o al loisir, senza peraltro pensare al fatto che la zona navigli è già sovraccarica di frequentazioni, in specie dopo la ristrutturazione della Darsena. Gli abitanti combattono contro i rumori e la difficoltà d’accesso, da tempo chiedono un po’ di respiro e qui non ce n’è. Le case popolari, quelle per la povera gente, che sono le uniche di cui la città ha bisogno, sono confinate tra gli scali più esterni, mentre gli scali interni sono destinati ai ceti più alti. Anche su questo si sofferma la Sonego: evitare la separazione per classi sociali della città,  che non ci sia una selezione di apposite zone residenziali a seconda del censo degli abitanti, la soluzione migliore è sempre quella del mix sociale: «Poveri e ricchi devono tornare ad abitare vicino».

Sotto: Il progetto dei cittadini: un “central park” fra la Goccia e lo Scalo Farini. A fianco,  il Central Park di New York, polmone di 3,5 Kmq in mezzo ai grattacieli

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Ci sono 4 commenti

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  1. Giuseppe Vasta

    La Sonego però ha votato una delibera ben peggiore, quella sul PGT che ha reso edificabili tutte le aree a verde private in Comune di Milano, con possibili esiti di cementificazione ben più pesanti. Perché non ne parla? Gli scali ferroviari invece sono aree dismesse, per recuperarle ci vogliono soldi, chi li mette? Il resto è demagogia

    • Roberto Schena

      E quindi siccome ci vogliono soldi mettiamoci su una bella colata di cemento destinato a rimanere più che altro vuoto, così abbiamo trovato la scusa per fare contenti gli speculatori e lasciare la città senza verde, che tanto non è fondamentale. Riguardo la delibera sul, verde privato giro la sua obiezione alla Sonego, che sono certo le risponderà.

  2. Roberto Schena

    RISPONDE ANITA SONEGO:
    Caro Giuseppe Vasta, certamente abbiamo votato la delibera sul PGT che , come ci era stato spiegato, aveva cercato di trovare tutti i modi possibili per correggere il PGT Masseroli tenendo conto di tutte le richieste dei vari comitati. Ci era stato detto (e io avevo fiducia in una amministrazione votata per cambiare la politica portata avanti da 20 anni di centrodestra) che era necessario correggere il PGT della vecchia giunta perchè farne uno nuovo avrebbe paralizzato la cittá e i suoi auspicabili cambiamenti. Io ci ho creduto e, dopo moltissimi incontri per correggere al meglio il vecchio PGT, abbiamo deciso di approvarlo. Col tempo è emerso che la tendenza dell’assessora all’urbanistica andava verso un progetto ‘realistico’: cioè cercare di accontentare capra e cavoli! Col passare del tempo è emerso che il ‘realismo’ corrispondeva ai poteri forti. A questo punto ci diamo opposti pur scontando le accuse di ‘connivenza col nemico’. Caro Giuseppe Vasta così sono andate le cose.
    lei che cosa avrebbe fatto? Avrebbe affossato una amministrazione che si presentava come quella del cambiamento e della partecipazione dopo decenni di centrodestra? La politica è un’arte complessa e spesso le decisioni sono difficili da prendere perché non sempre è facile distinguere il nero dal bianco anche perchè spesso c’è una vasta area di grigio… Questo è tutto . Decidere di votare contro la mia giunta sugli scali ferroviari non è stato leggero ma abbiamo fatto prevalere il giudizio di merito sulla ‘fedeltà’ pagandone anche le conseguenze . Comunque Le posso assicurare che ciò che ci ha guidati è sempre stata la nostra coscienza.


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