Borghi da salvare: ASSIANO
Assiano è uno dei borghi più belli e antichi di Milano, uno dei più preziosi perché non ancora raggiunto dall’espansione edilizia e isolato dal resto della metropoli. É uno dei pochissimi a essere completamente circondato da fontanili e campi, per questo è altamente ciclabile. Leggiamo per la prima volta il suo nome come Asliano in un documento del 1346, ma doveva essere un complesso agricolo risalente all’età romana; nel 1040, col nome di Azzano e di Axilianum appare fra i beni della basilica di Sant’Ambrogio. Nota Riccardo Tammaro nel suo “Antichi borghi della periferia milanese”, che “di tutte le comunità aggregate nel tempo a Milano, è l’unica a non avere mai subito il benché minimo segno d’espansione edilizia”. Intorno c’è solo campagna e poco più in là un vasto parco dei fontanili, originali, che è tra i più belli e romantici della città e del Parco Sud.
Purtroppo sta velocemente cadendo a pezzi, compreso la chiesa, autentico gioiello d’arte del finis terrae urbano. Queste due foto qui sotto riprese da Google map, confrontano la situazione di oggi a quella del 2007/2008 (immagine di destra), quando le strutture si presentavano ancora abbastanza integre. Le due frecce rosse indicano la scomparsa di due edifici rurali, i cerchi sono i punti dove il tetto è crollato, il rettangolo indica crolli già avvenuti.
LA CHIESA DI ASSIANO
Nacque come oratorio dedicato a san Martino nel 1745 e subì i primi restauri 13 anni dopo. Il presbiterio (il posto dove si celebra la messa) affrescato è di quell’epoca. Il 10 ottobre 1881 davanti alla sua porta fu ucciso da un ladro il fittavolo locale, Giuseppe Colombo, episodio ricordato da una lapide. Ancora nel 1904, il cardinal Ferrari durante una visita pastorale segnalava la presenza sopra l’altare di un prezioso trittico di autore ignoto, ma l’anno dopo lo stesso cardinale annota che l’opera risultava già trafugata. Non fu mai più recuperata. Fu sostituita da “indecenti oleografie”, come scrive lo stesso prelato. A un secolo di distanza, il loro valore, che non è mai stato artistico, assume significato di documentazione storica.
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