LISSONE, LA CITTÀ TUTTOCEMENTO

liss 2

Cerchiato in giallo l’unico parco pubblico esistente a Lissone, ben lontano dal centro abitato, circondato dalle sole aree agricole residue, segnate con la freccia verde. Il resto, come si vede, è solo cemento.

Benvenuti nelle città più cementificate d’Italia. Sorridete, perché  è questo il futuro che vi attende, o che attende gran parte degli abitanti delle aree metropolitane. Lissone docet. Il faro illuminante della Brianza che lavora, la capitale mondiale del mobile d’arredo, l’operosissima Lissone, 45mila abitanti, mantiene saldamente il primato della più elevata percentuale di suolo consumato (71,3%), ed è primo anche in Lombardia nonché sesto a livello nazionale. Milano, per dire, che in quanto a cemento soffocante non scherza affatto, è al 61%. Corsico batte Lissone, arriva all’87%, ma almeno può godere del vicino Parco Sud. Lissone no. Ha solo il Parco Reale di Monza, di poco più grande del Parco Nord, non sono i 45mila ettari del Parco Sud.
Orazio La Corte, giornalista che si occupa spesso della zona nord, ricorda che secondo il Politecnico  Bresso “cementificata” al 95,1%, dopo viene Sesto San Giovanni con l’88% di cementificato e addirittura un altro 8% antropizzato e non più naturale.
Le leggi urbanistiche attuali, come si vede, consentono pressocché l’espansione illimitata dell’abitato e comunque non sono di ostacolo. Per iniziativa del comune, Lissone ha un parco, chiamato “Il bosco urbano e il bacino lacustre”, attorniato dalle poche aree agricole superstiti. Come mostrano le immagini satellitari, è l’unico polmone in un mare di cemento.
Nei paraggi, superano il 50% di suolo consumato Brugherio, Cesano Maderno, Meda, Muggiò, Nova Milanese, Seregno e Villasanta. Di poco sotto il 50 Desio e Monza al 48%, che deve ringraziare i vincoli storici di legge posti al parco Reale e all’Autodromo. Situazione critica ad Agrate Brianza, Caponago, Lazzate e Lentate sul Seveso a causa delle nuove infrastrutture viabilistiche a est e a ovest della Brianza: TEEM e Pedemontana, caratterizzata da un impressionante consumo di suolo a danno di aree agricole residue e relative aziende rurali.

In condizioni migliori le località del Vimercatese: Aicurzio, Cornate d’Adda, Mezzago, Ornago e Sulbiate.

liss3

In dettaglio, cerchiato in giallo l’unico parco pubblico esistente a Lissone, circondato dalle sole aree agricole residue

Per avere un’idea della Lombardia, Bergamo è al 46,4% di suolo consumato, Brescia al 44,5% e la tendenza è a un aumento del consumo pari al 5% annuo in tutta la regione.
Zero adesioni, infine, al progetto “SUOLI”, Superfici Urbanizzate: Opportunità di Lavoro per le Imprese, sviluppato da Arpa Lombardia che aveva indicato la strada giusta: l’incontro tra aziende e comuni per sviluppare nuove opportunità di lavoro attraverso il recupero delle aree dismesse e sottoutilizzate già urbanizzate.
Ho tratto la metà delle informazioni da qui:



There are no comments

Add yours