1923, il manifesto che annuncia 11 soppressioni
Accoglienza fredda e sbrigativa.
Firmato dall’allora sindaco di una giunta retta da fascisti, liberali e popolari. Ecco il testo e l’immagine del manifesto originale, stampato dal Comune di Milano, in cui si annuncia la soppressione delle amministrazioni e dei relativi sindaci. I comuni: Baggio, Affori, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino. Erano gli 11 comuni orbitanti intorno a Milano, cessarono di esistere da un giorno all’altro. Un testo dal tono burocratico, appena attenuato dallo sbrigativo “augurale saluto alle nuove popolazioni aggregate”. La data è del 24 dicembre 1923. Non vi fu alcuna festa, alcuna cerimonia. Nessun incontro speciale con le popolazioni. Ai sindaci destituiti si concesse solo di entrare a fare parte (per soli tre anni) del Consiglio comunale di Milano. Le amministrazioni degli 11 comuni, con una popolazione eminentemente operaia e contadina, erano quasi tutte rette da sindaci socialisti o di sinistra. L’annessione, generalmente, avvenne in un clima di incredibile violenza portata dai fascisti nei municipi limitrofi. Vi furono risse, scontri di piazza, pestaggi, omicidi a sfondo politico. Perfino qualche tentativo di resistenza armata ai fascisti stessi.
La firma di un sindaco-scienziato.
Si ebbero perquisizioni e arresti eseguiti dalla polizia solitamente a danno di antifascisti. Al sindaco di Affori, un operaio dell’Alfa Romeo, non fu risparmiato l’olio di ricino. Firmatario del manifesto d’annessione è l’allora sindaco di Milano Luigi Mangiagalli (1850-1928), che pure era uno
scienziato di chiara fama. Un vero luminare. Noto ginecologo dell’ospedale Maggiore, a cui fu poi dedicata la clinica di via Commenda, fu prima docente universitario in varie città e dal 1902 senatore del Regno. Proveniente da una famiglia dell’alta borghesia pavese, fu eletto sindaco nel 1922 alla guida di una coalizione di centro-destra composta da liberali, fascisti e popolari, gli stessi partiti che promossero le annessioni degli 11 comuni.
Mangiagalli rimase sindaco fino all’agosto del 1926, quando subentrarono i podestà di nomina governativa. Se non altro, la sua opera fu determinante per la nascita dell’Istituto dei Tumori di Milano e dell’Università degli studi, due glorie della città.
Le immagini di alcuni Comuni al momento della loro soppressione
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