INSETTI “COMMESTIBILI”, GUARDA CHI C’E’ NEL BUSINESS

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Lanciato in contemporanea da Expo Milano e dal Parlamento europeo, sostenuto sottobanco dall’Oms che negli stessi giorni boccia le tradizionali carni rosse come insostenibili e cancerogene, il business del consumo alimentare d’insetti è più avanti del previsto o di quanto trapeli dall’informazione di massa. Non solo il Parlamento europeo ne approva (per soli 30 voti di differenza) il consumo (forte l’opposizione dei Verdi), ma l’Unione Europea, che dovrebbe proteggere le eccellenze continentali, ha invece stanziato ben 3 milioni di euro per ogni paese membro che incoraggi l’uso degli insetti in cucina. La Fao si è pronunciata addirittura a favore del loro allevamento su larga scala, dimenticando che si tratta di autentiche porcherie, alimentazione di ripiego in uso esclusivamente nei paesi molto poveri.
Contemporaneamente al sì europeo, ad Expo c’è stata in ottobre, quasi fosse uno dei messaggi conclusivi della kermesse, la prima degustazione di insetti autorizzata incredibilmente dal ministero della Salute, nonostante i molti dubbi sulla reale commestibilità. A organizzarla, Coop Italia e Società Umanitaria, che a Expo avevano già portato insetti commestibili, ma solo per metterli in mostra. La società Umanitaria è un’istituzione filantropica dichiaratamente massonica fin dalla sua fondazione, avvenuta a Milano nel 1893 ad opera del socialista P. M. Loria. Il suo sito umanitaria.it apre da giorni giusto con “Gli insetti, cibo del futuro”. Delle Coop si sa già tutto, qui basterà ricordare che possiede la rete distributiva più ramificata nel Paese.
umanit2Non mancano le preoccupazioni, di cui si parla molto poco. L’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses) avverte che alcune ricerche mettono in guardia sui rischi per la salute. Anche per questa ragione, c’è chi si interroga sulla possibilità di utilizzare gli insetti per la produzione di mangimi animali, altra possibilità prevista dall’Ue.

I rischi derivanti dal consumo di insetti possono essere diversi: chimici, da veleni e pesticidi, o da inquinanti organici presenti nell’alimentazione degli insetti, nonché biologici, con i parassiti, virus e batteri legati al loro mondo, e soprattutto allergenici: in molti insetti considerati commestibili, sussistono proteine potenzialmente allergizzanti, gli stessi allergeni presenti in molluschi, crostacei o acari; chi soffre di allergie, avverte l’Anses, dovrebbe essere “particolarmente vigile”, alias, deve evitare di mangiarli. L’apparato boccale degli insetti, in specie se dotati di pungiglioni, contiene sostanze particolarmente rischiose. Il loro esoscheletro non è proprio digeribile per l’intestino umano, cui mancano i batteri adatti, in specie se le popolazioni non sono abituate, come quella di origine europea e araba.

La contaminazione microbica sarebbe invece superabile adottando specifiche procedure di cottura, che però non sono ancora codificate a livello Ue. L’Anses chiede una lista delle varie specie di insetti, con i pro ed i contro dei consumi di ciascuna. La lista “deve necessariamente essere armonizzata a livello europeo, evitando che ogni paese si muova per proprio conto sulla autorizzazione o meno degli insetti come cibo”.
Il quadro d’incertezza è notevole, non è un caso che il loro consumo alimentare sia sotto sotto auspicato per i poveri, in particolare dove già avviene: Asia, Africa e America latina. In Europa e America del Nord è totalmente sconosciuto alle abitudini alimentari e, ammesso di superare il forte disgusto imperante, non si sa che cosa potrebbe accadere una volta diffuso su larga scala. Il ricchissimo Lussemburgo, guarda caso, ne ha comunque espressamente proibito il consumo.
umanD’altra parte, il Lussemburgo è letteralmente circondato dai paesi Ue particolarmente interessati al business, ossia Francia, Belgio e Olanda, che insieme al Sud Africa hanno formato la Platform of Insects for Food and Feed (Ipiff), esattamente l’ente (apparentemente) no profit (di fatto una multinazionale), che preme sul Parlamento europeo per promuovere gli insetti come fonte di proteine ​​animali per il consumo umano e animale.
In Francia ci sono diversi siti dedicati, per esempio insectescomestibles.fr, o insectement-votre.com e non si contano gli articoli pubblicati per convincere che il consumo d’insetti “è utile per la vostra salute, un toccasana per il pianeta”. Quanto ci creda la popolazione francese, così notoriamente raffinata in cucina, non è dato sapere. In realtà, le lacune nelle conoscenze scientifiche su questo argomento sono molto vaste: allevamenti di insetti sono una realtà anche in Francia, ma rimangono molto marginali.
umanit3Non c’è nemmeno consenso unanime, fra i ricercatori, su quale specie di insetti sia più adatto al consumo umano. E i rischi per l’ambiente restano tutti: “Andrebbero comunque applicate le attuali strategie di gestione dei rifiuti per smaltire le scorie derivanti dall’allevamento di insetti”, spiega l’Efsa nel suo solito linguaggio sibillino e burocratico, buono per tutte le stagioni. L’Efsa evidenzia come “le aree di incertezza sui possibili rischi dell’allevamento di insetti siano dovute alla mancanza di conoscenze e di una raccolta sistematica sul loro uso alimentare”. Eppure già si promuove il business e si stanzia denaro pubblico per incoraggiarne la produzione.
uman2Risalendo ancora, fuori dell’Europa ecco una pubblicazione della celeberrima Columbia University di New York che promuove gli insetti come alimentazione sostenibile per il pianeta e suggerisce, in collaborazione fra entomologi e chef di chiara fama le migliori ricette possibili, con la benedizione di Kofi Annan, a quanto pare entusiasta sostenitore. Gli americani notoriamente sono molto attaccati al loro cibo-trash: sono la patria del cibo preconfezionato di scarso valore nutritivo, altamente calorico, con merendine e dolciumi, la coca-cola che costa meno dell’acqua, dei cibi ogm pieni di conservanti e pesticidi, dell’obesità e del diabete. Qualcuno deve avere pensato che, forse, con loro si può provare.


Articolo di Roberto Schena




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