Paesaggio: il maggior bene comune, una grande risorsa

 

Convocati gli Stati Generali degli esperti

In due giorni, il 25 e il 26 ottobre, si sono tenuti gli Stati Generali del Paesaggio. Sono stati indetti dal MiBACT a Palazzo Altemps, a Roma, sede del Museo Nazionale Romano.  Oltre quaranta tecnici del settore si sono  confrontati sul futuro delle politiche paesaggistiche in Italia. Sono intervenuti, tra gli altri, anche il premier Genitloni e il ministro Franceschini.

( lo spot ufficiale  https://www.youtube.com/watch?v=WV94b5n1_cA ).

La corte di Palazzo Altemps, dove si sono svolti gli stati generali

La corte di Palazzo Altemps, dove si sono svolti gli stati generali

L’iniziativa, a quasi vent’anni dalla Conferenza nazionale del paesaggio (che si tenne dal 14 al 16 ottobre del 1999 al Complesso di San Michele a Ripa), ha invitato, nei due giorni di dibattito, architetti, docenti universitari, dirigenti del MiBACT, giuristi, economisti, esponenti delle istituzioni e del mondo dell’associazionismo. Sono stati chiamati a esprimersi sui diversi argomenti delle cinque sessioni tematiche in programma: “Legislazione e diritto al paesaggio”; “Paesaggio: bene comune e risorsa economica”; “Paesaggio, politiche di trasformazione territoriale e qualità progettuale”; “Legalità e inclusione sociale: verso il diritto a paesaggi di qualità”; “Cultura del paesaggio: educazione, formazione e partecipazione”.

Copertina della brochure

La brochure, di 480 pagine

La qualità del paesaggio si affianca alla produzione di beni materiali esclusivi e distintivi, ad alto valore aggiunto,  di tipo agro-alimentare, artigianale, industriale e nel settore dei servizi, in particolare quelli turistici. Il territorio e il paesaggio costituiscono dunque una risorsa economica di eccezionale importanza. Eppure, gli indicatori sul paesaggio ISTAT e ISPRA – partner scientifici di questi Stati Generali – evidenziano alcune criticità.

Progetti sostenibili e non regressivi

Stati generali del paesaggio

Ristrutturazione o rifacimento di viadotti occasione di miglioramento del paesaggio

Il paesaggio è una realtà in divenire. Occorre che la sua trasformazione abbia carattere positivo e non regressivo. Questa deve essere ispirata e orientata da giusti principi. Favorire progetti sostenibili, contrastare il consumo di suolo, valorizzare i paesaggi e le loro storiche vocazioni, rivitalizzare i borghi, sostenere i processi di rigenerazione urbana delle periferie, guarire le trasformazioni infelici e avere il coraggio di demolire, promuovendo la qualità architettonica e urbanistica degli interventi, richiedono un impegno politico e una visione organica di lungo periodo.

La Convenzione europea, firmata a Firenze nel 2000, indica il paesaggio come un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni. Vale tanto nelle zone paesaggisticamente rilevanti, quanto in quelle della vita quotidiana, nei centri storici come nelle periferie. Tuttavia, il quadro non è omogeneo su tutto il territorio. Si evidenziano situazioni di degrado, abusivismo, malessere sociale e criminalità. Quale ruolo possono assumere le politiche paesaggistiche nella promozione e diffusione della cultura della legalità?

Specchio della nostra cultura

Il paesaggio è l’espressione iconografica delle genti che lo abitano e lo trasformano. E’ lo specchio della loro cultura e intelligenza. Solo la consapevolezza dell’importanza del paesaggio può dunque garantire la conservazione delle eccellenze e vincere il degrado e l’abbandono. Occorre allora diffondere la cultura del paesaggio, a partire dalla scuola, e promuovere la formazione di specialisti nel settore della conoscenza e della progettazione, sviluppando programmi multidisciplinari destinati ai professionisti del settore pubblico e privato.

Villa Francanzan Piovene - Orgiano (Vicenza)

Villa Francanzan Piovene – Orgiano (Vicenza)

«Siamo l’unico Paese che tutela il paesaggio nella Carta costituzionale», spiega il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. «E di questo dobbiamo essere orgogliosi». Gli Stati Generali servono a spiegare «che bisogna smettere di sprecare il suolo, che è necessario tutelare ancora di più il nostro territorio e che lo Stato e le Regioni insieme devono difendere la bellezza del nostro paesaggio, un valore assoluto, non solo culturale ma anche economico. Perché la bellezza italiana ha un grande valore nel Mondo», conclude il ministro.

I cittadini hanno diritto di chiederne la tulela

Nella seconda giornata il Cardinale Gianfranco Ravasi ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Pose l’uomo nel giardino per coltivarlo e custodirlo. Paesaggio, spiritualità e cultura”. Punto di partenza dell’intera discussione è stata la presentazione in apertura del “Rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio”, tenuta dal Sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Ilaria Borletti Buitoni.  «Il nostro paesaggio – ha dichiarato Buitoni – non è più considerato come un vuoto a riempire o un elemento estetico. Ma come il contesto in cui vivono i cittadini, che hanno il diritto a chiedere che esso venga tutelato, gestito e valorizzato».

I dati Istat e Ispra contenuti nel Rapporto indicano con chiarezza i principali fenomeni e fattori che hanno inciso sulla qualità del paesaggio e sulle sue trasformazioni. Trasformazioni del territorio, come l’urbanizzazione diffusa, il consumo e spreco di suolo, i cambiamenti dei paesaggi rurali. Ma anche trasformazioni nella percezione sociale del paesaggio da parte dei cittadini. Il Rapporto è scaricabile al link: https://box.beniculturali.it/index.php/s/zWcOENcfGq6vX1f#pdfviewer.

Dalle rovine romane all’archeologia industriale, dalla rete viaria consolare ai tracciati autostradali e ferroviari, in Italia il paesaggio è da millenni il frutto della positiva interazione tra uomo e natura. Le numerose civiltà fiorite e sviluppatesi nel nostro Paese hanno lasciato tracce profonde. Ognuna con i propri caratteri originari che tutti insieme costituiscono la nostra identità culturale, ambientale e territoriale. Un patrimonio che l’articolo 9 della Costituzione affida alla tutela della Repubblica, intesa come insieme delle istituzioni, delle realtà economiche, delle associazioni e dei singoli cittadini della nazione.

Casa cantoniera sulla via Appia,, vicino a Matera

Casa cantoniera, via Appia a Matera

Esemplari i piani siglati con Piemonte, Puglia e Toscana

I piani paesaggistici siglati con le Regioni Piemonte, Puglia e Toscana sono alcuni tra gli strumenti principali per governare la salvaguardia di questo patrimonio a livello regionale. Si tratta di intese complesse. Richiedono un intenso confronto tra le diverse istituzioni e la partecipazione del mondo associativo per venire alla luce. Ma hanno il pregio di raccogliere dal basso le istanze del territorio e farle incontrare con le istanze superiori di tutela.

Altro strumento fondamentale è la conoscenza: attraverso le serie statistiche storiche, elaborate da ISTAT e Ispra, è possibile comprendere quanto sia cambiato il territorio nel nostro Paese, come sia progredito il consumo di suolo, dove sia più necessario intervenire. Determinanti sono infine l’educazione e la sensibilizzazione dei cittadini alla qualità del paesaggio. Solo una popolazione consapevole permette infatti di perseguire con successo la tutela del territorio. Il Rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio raccoglie per la prima volta tutti questi differenti aspetti, presentando al pubblico uno stato dell’arte che costituisce il punto di partenza per ogni futuro intervento. Un contributo prezioso, di cui dobbiamo essere grati a tutti coloro che ne hanno permesso la realizzazione in occasione degli Stati Generali del Paesaggio.

Stati generali del paesaggio




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