“NEGRI IN VENDITA” / Come vissero per 250 anni da schiavi

Foto grande qui sotto: 1860, un’intera famiglia di schiavi destinata a lavorare in un campo di cotone, bimbi compresi. Siamo in Georgia, cinque anni prima dell’abolizione della schiavitù

1860, famiglia di schiavi in Georgia cinque anni prima dell'abolizione

Trattati molto peggio della schiavitù in età romana. Ecco le origini dell’inferiorità sociale degli afroamericani e delle rivolte che ancora oggi caratterizzano i movimenti antirazzisti

Qual era il prezzo per l’acquisto di uno schiavo? Non costava poco. Si può dire che lo si pagava come oggi un’automobile, dipende dal modello. Mediamente, dai 10 ai 20mila dollari, tanto che i padroni e i mercanti schiavisti obbligavano spesso i neri ad accoppiarsi, decidendo loro con chi. Ragioni riproduttive. Così potevano risparmiare o venderli, come merci. Il prezzo pagato per uno schiavo nero specializzato raggiunse nel 1858 i 1280 dollari, pari a 40 mila dollari di oggi. Tra questi, gli schiavi con conoscenze mediche-erboriste importate dall’Africa, che venivano impiegati nelle cure dei bianchi e degli stessi neri.

Foto grande in alto: 1860, un’intera famiglia di schiavi destinata a lavorare in un campo di cotone, bimbi compresi. Siamo in Georgia, cinque anni prima dell’abolizione della schiavitù

Asta di schiavi

Asta di schiavi in un disegno d’epoca

Le donne in età fertile erano meno quotate, ma non troppo. Perfino una bambina di 10 anni poteva valere 1400 dollari: avrebbe reso per tutta la vita come serva di fiducia nelle case di lusso dei padroni. I bimbi potevano essere staccati dalla madre e venduti a qualsiasi età, le famiglie separate per sempre, senza alcun riguardo per i soggetti.

Quante bugie per celare la dura realtà

A mano a mano che l’età saliva, scendeva il prezzo. I meno costosi erano ovviamente gli schiavi anziani parzialmente disabili, probabilmente invendibili. Ogni menomazione, come la cecità a un occhio o la mancanza di un arto, comportava un equivalente prezzo in dollari stabilito per legge, da scontare al momento dell’acquisto.

Si sostiene che negli Stati del Sud, gli schiavi fossero “trattati umanamente”. Nulla di più falso, una vergognosa bugia.

Punizione di uno schiavo

Punizione di una schiava con il figlio

Gli schiavi non erano quasi mai portati direttamente dall’Africa negli Usa; in genere, erano trasportati fino ai Caraibi, dove venivano introdotti al lavoro dei campi e abituati al tipo di lavoro, di durissima disciplina, fatta di frustate al minimo errore. Negli Stati uniti come in tutta l’America, potevano essere uccisi in qualunque momento, torturati a piacere, mutilati, frustati a sangue, detenuti ad libitum, arroventati, marchiati col “brand” del padrone, sfigurati e stuprati. Mentre camminavano in pubblico o durante il lavoro, potevano essere fatti oggetto di violenza gratuita da chiunque. Solo per ricordare loro la condizione di estrema inferiorità sociale.

Trattamento efferato protetto da leggi e sentenze.

Marchiatura a fuoco di uno chiavo

Marchiatura a fuoco 

Nessuna legge avrebbe punito le peggiori azioni. Anzi, il trattamento duro e le percosse senza motivo erano consigliate per far capire a priori che il padrone non scherzava, per incutere timore a prescindere. Le punizioni, anche le più atroci, erano pubbliche; se private erano spesso affidate alle mogli, ai bimbi dei proprietari o ad altri schiavi; solitamente si usava la frusta, ma si poteva usare qualsiasi strumento atto a provocare estrema sofferenza. I sorveglianti aprivano le ferite e vi spalmavano sopra trementina e peperoncino. La castrazione punitiva non era affatto cosa rara. Consentito esplicitamente da una legge del 1729 nel Maryland lo squartamento in pubblico, sempre a giudizio del padrone, anche in caso di palese innocenza, solo per incutere uno stato di terrore perenne nei neri. Nel 1740 solo la Carolina del Sud proibì tali eccessi crudelissimi.

Agli schiavi era proibito alzare le mani sui bianchi, anche se per difesa personale. Gli schiavi alfabetizzati, se scoperti, erano colpiti con varie decine di frustate. Il bianco che aveva insegnato loro, colpito da una forte sanzione.

Stupri frequentissimi e prostituzione indotta.

Gli stupri erano frequentissimi, quotidiani. Le donne che si opponevano erano massacrate. Le donne più giovani e belle erano vendute per  essere stuprate o per farne delle prostitute.

Commercianti di schiavi

Commercianti di schiavi

Proibiti i rapporti sessuali solo fra donne bianche e uomini neri. Unioni sessuali fra uomini e donne neri erano rese obbligatorie dal padrone al solo fine di produrre altri schiavi, o da tenere o da vendere. I bambini nati dallo stupro, i “mulatti”, erano comunque schiavi, a meno che non venissero liberati dal padrone. Il loro numero si contava a centinaia di migliaia già nel XVIII secolo.

L’istruzione era rigorosamente proibita per impedire, detto esplicitamente, l’emancipazione. Proibiti i divertimenti. Proibito fare festa, o ballare. Solo il canto religioso era autorizzato, per questo i neri sono diventati così bravi e hanno inventato gli spiritual, il jazz: potevano fare solo quello. Proibiti anche i raduni religiosi, consentiti solo a piccoli gruppi.

La legislazione degli stati era crudele fino alla demenza. Per esempio, ai medici neri autodidatti si impediva di trasmettere le proprie conoscenze, così quando gli schiavi si ammalavano in assenza di medici potevano non ricevere cure. Erano soldi persi per i padroni. Ai medici neri non era consentito frequentare le scuole per medici bianchi, mente ai medici bianchi era consento usare i neri per i propri esperimenti. Senza autorizzazione dell’interessato, ovviamente.

Punizione

Punizione eseguita da altri schiavi

La favola del trattamento “umano”.

La punizione degli schiavi fuggiaschi era obbligatoria, diversamente era la legge a punire il padrone. Nessuno schiavo poteva essere pagato per lavorare, piantare mais, piselli o riso, per allevare maiali, bovini o cavalli. Proibito possedere una barca o saperla usare,  interdette attività come vendita o acquisto di beni. Proibito ai neri indossare abiti migliori di quelli a loro destinati o di quelli indossati dai bianchi.

La schiavitù negli Usa è durata ben 246 anni. Dopo alcune rivolte, sempre represse in un bagno di sangue, in diversi casi, ma non prima del 1820, le condizioni terribili si attenuarono: grandi proprietari di schiavi tentarono di introdurre un trattamento meno orribile, tuttavia ancora molto lontano dal paternalismo ottocentesco vigente talvolta in Europa verso la classe operaia. Nel complesso, la condizione degli schiavi d’America era molto peggiore di quella degli schiavi sotto l’impero romano, dove se non altro potevano istruirsi e cercare un altro padrone in caso di maltrattamenti.

Il merito della Guerra civile…

Asta di schiavi, il compratore esamina la merce

Il compratore esamina la merce

Quando fu abolita la schiavitù, nessun risarcimento fu destinato ai neri che avevano lavorato 246 anni gratis. Questo ha impedito qualsiasi forma di emancipazione economica dei neri per molto tempo. Anzi, cessata ufficialmente la schiavitù, si può dire che rimase quella de facto, attuata con le leggi della segregazione razziale. Le ultime delle quali abolite solo negli anni Sessanta del XX secolo. Per cui è solo da 50 anni che si può parlare di parità legale effettiva. A fronte di quasi 350 di maltrattamenti feroci e criminali.

Dopo l’abolizione della schiavitù e nonostante la sconfitta nella Guerra civile, tutti gli Stati del sud approvano immediatamente una serie di leggi che limitano i diritti dei neri. Nel 1866 nasce il famigerato Ku Klux Klan. E’ un’associazione paramilitare razzista, altamente criminale, formata prevalentemente da ex veterani della guerra di secessione e tramandata per generazioni fino agli anni Settanta del XX secolo. Si rese responsabile di parecchie centinaia di omicidi e linciaggi dei più efferati, che ricordavano il vecchio trattamento riservato agli schiavi e continuarono senza sosta nei primi decenni del XX secolo.

… e degli stati del Nord

Solo gli stati del Nord si opposero costantemente allo schiavismo. Fu abolito già nel XVIII secolo solo nel Vermont, Ohio, Indiana, Illinois, Michigan e Wisconsin, Minnesota. Il Nord premeva per l’abolizione. Fu soprattutto per questa ragione che gli stati del Sud volevano la secessione. Un passo falso, per gli schiavisti: guidati dal generale Lee, strenuo sostenitore dello schiavismo,  ricevettero una dura lezione del tutto meritata. Fu solo la Guerra civile a porre la parola fine alla schiavitù. Non scoppiò direttamente per abolirla, ma per impedire la secessione degli Stati confederati, tuttavia rimase una validissima co-motivazione per combattere. Senza la Guerra civile non ci sarebbe stata l’abolizione almeno per tutto il resto del XIX secolo. Molto pobabilmente, sotto forme più attenuate, sarebbe sopravvissuta fin oltre le soglie del  XX secolo. 

Un neonato venduto all'asta

Un neonato venduto all’asta

Per i decenni a seguire, fu una lunga lotta fra gli stati del nord e gli stati del sud a colpi di emendamenti per assicurare ai neri gli stessi diritti dei bianchi. La ricerca della purezza etnico-razziale è una costante negli States. Lo stesso presidente Thomas Woodrow Wilson, democratico, ma figlio di razzisti e simpatizzanti sudisti, reintrodusse la segregazione razziale nell’amministrazione americana, abolita da Lincoln, rivitalizzando così un secolo di apartheid e ridando vita al Ku Klux Klan messo fuorilegge negli anni Settanta del secolo precedente.

 

 

La schiavitù negli States

2500 DOLLARI DI RICOMPENSA… Quando gli schiavi scappavano, si affiggevano manifesti per ritrovarli, citando i nomi con cui erano conosciuti, e punirli. Con la frusta o, spesso, con la morte

 

Disposto a spendere...

“Sono disposto a spendere fino a 1250 dollari per acquistare negri!” 

Il tarttamento degli schivi negli Usa

“Negri in salute cercasi di entrambi i sessi”

 

 

 

 

 

circa 1910: Three Abyssinian slaves in iron collars and chains. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

1910: tre schiavi in Abissinia con collare e catene di ferro 




There are no comments

Add yours